Il telescopio spaziale Hubble ha catturato un’immagine senza eguali della galassia di Andromeda, la più grande e dettagliata mai ottenuta, rivelando il bagliore di 200 milioni di stelle. Questo straordinario fotomosaico galattico, frutto di oltre 10 anni di osservazioni, è stato realizzato grazie alla collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Un’impresa colossale: 600 immagini per un mosaico da 2,5 miliardi di pixel
Realizzare un’immagine così dettagliata di Andromeda, che si trova a circa 2,5 milioni di anni luce dalla Terra, è stato un compito estremamente complesso. Hubble, abituato a osservare galassie poste a miliardi di anni luce, ha dovuto affrontare una sfida inedita, poiché Andromeda è molto più estesa rispetto agli oggetti celesti tipicamente studiati.
L’intero mosaico è il risultato dell’unione di oltre 600 immagini raccolte nel corso degli anni, per un totale di 2,5 miliardi di pixel. Per ottenere questa visione d’insieme, il telescopio ha dovuto effettuare più di 1.000 orbite attorno alla Terra, scattando fotografie in diverse bande dello spettro elettromagnetico, tra cui il vicino ultravioletto, la luce visibile e il vicino infrarosso.
Andromeda e la Via Lattea: due storie evolutive diverse
L’analisi di questa immagine mozzafiato fornisce nuove informazioni sulla storia evolutiva di Andromeda, che sembra aver seguito un percorso differente rispetto alla Via Lattea. Andromeda, pur essendosi formata nello stesso vicinato cosmico, presenta una popolazione stellare molto più numerosa: si stima che contenga fino a 1.000 miliardi di stelle, un numero ben superiore a quello della nostra galassia.
Questo dato solleva interrogativi sulle cause di tale differenza. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nella galassia satellite Messier 32, che potrebbe aver avuto interazioni passate con Andromeda, influenzandone l’evoluzione e contribuendo alla formazione di un numero così elevato di stelle.
Un tesoro di dati per esplorare l’Universo
Nonostante l’immensità dell’immagine ottenuta, ciò che Hubble ha immortalato rappresenta solo una piccola frazione della totalità delle stelle presenti in Andromeda. Il telescopio è infatti in grado di catturare solo le stelle più luminose del nostro Sole, mentre miliardi di astri più deboli rimangono invisibili.
Questo immenso fotomosaico galattico non è solo una meraviglia visiva, ma anche un prezioso strumento scientifico che permetterà agli astronomi di approfondire lo studio della formazione stellare, della struttura galattica e dell’evoluzione cosmica. Grazie a queste immagini, sarà possibile confrontare le dinamiche di Andromeda con quelle della Via Lattea, offrendo indizi fondamentali per comprendere il destino del nostro angolo di Universo.