Le balenottere azzurre, tra le creature più straordinarie del pianeta, continuano a celare numerosi segreti. Uno dei più enigmatici riguarda la quasi totale assenza di avvistamenti di cuccioli. Nonostante sia noto che queste enormi balene si riproducano regolarmente, la documentazione visiva dei loro piccoli è estremamente scarsa. Un recente studio ha cercato di fare luce su questo fenomeno, fornendo una spiegazione che potrebbe finalmente risolvere il mistero.
Un enigma lungo un secolo
Osservare una balenottera azzurra durante il parto è un evento rarissimo, documentato solamente due volte nella storia: nel 1911 e nel 1946. Ancora più sorprendente è il fatto che, su tutti gli avvistamenti di questa specie nel mondo, solo il 3,1% riguarda coppie madre-cucciolo. Questo dato appare inspiegabile, considerando che le femmine mature partoriscono circa ogni due o tre anni. Se la natalità è così elevata, perché i piccoli restano praticamente invisibili?
Per rispondere a questa domanda, Trevor Branch, professore di scienze acquatiche e della pesca all’Università di Washington, ha analizzato una vasta raccolta di dati provenienti da studi sul campo e dai registri storici della caccia alle balene.
Possibili spiegazioni e la teoria più convincente
Branch ha considerato diverse ipotesi per giustificare la scarsità di avvistamenti, tra cui:
- Un possibile basso tasso di sopravvivenza dei cuccioli.
- Una ridotta natalità rispetto alle stime attuali.
- Il momento del parto e dello svezzamento.
Dopo un’analisi approfondita, la teoria più plausibile si è rivelata essere proprio l’elemento temporale. Secondo i dati raccolti, la presenza di cuccioli di balenottera azzurra è maggiore nelle aree invernali, mentre cala drasticamente nelle regioni estive.
La chiave del mistero: il tempismo della nascita
Le balenottere azzurre, secondo il modello concettuale sviluppato da Branch, partoriscono subito dopo aver lasciato le loro aree di alimentazione estive. I cuccioli vengono svezzati circa sette mesi dopo, appena prima che il gruppo torni nelle stesse zone.
Il problema principale è che la maggior parte delle ricerche sulle balene blu si svolge proprio nei siti di alimentazione estivi, quando i cuccioli non sono ancora nati o sono già cresciuti abbastanza da non essere più facilmente riconoscibili come tali.
“Questa scoperta offre una nuova prospettiva su quelle popolazioni di balene blu che sembravano avere pochi cuccioli: non è una questione di bassa natalità, ma semplicemente di tempismo e di dove si svolge la ricerca sul campo”, ha dichiarato Branch.
Nuove prospettive per la ricerca
Questo studio, pubblicato su Endangered Species Research, suggerisce che per ottenere dati più accurati sulla riproduzione delle balenottere azzurre sarà necessario modificare l’approccio della ricerca. Gli scienziati dovranno spostare l’attenzione sulle aree invernali, affrontando condizioni climatiche più difficili per poter finalmente osservare da vicino i misteriosi cuccioli di balena blu.