Negli ultimi vent’anni, l’analisi dei dati satellitari ha evidenziato un’accelerazione drammatica dello scioglimento dei ghiacciai in tutto il mondo, con una perdita complessiva di 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno. Questo fenomeno ha contribuito a un innalzamento del livello del mare pari a quasi 2 centimetri, segnando un trend sempre più preoccupante.
Un confronto impressionante sulla perdita di ghiaccio
Per comprendere la vastità di questa perdita, Michael Zemp, glaciologo dell’Università di Zurigo, ha fornito un’analogia sorprendente: l’acqua derivante dallo scioglimento dei ghiacciai corrisponde alla quantità che l’intera popolazione mondiale consumerebbe in tre decenni, ipotizzando un consumo di tre litri al giorno per persona. Questi dati emergono da un’analisi dettagliata condotta grazie alle osservazioni di diversi satelliti statunitensi, tedeschi ed europei, alcuni dei quali inizialmente non progettati per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai su scala globale.
L’analisi ha coinvolto 35 team di ricerca, con il coordinamento di esperti delle università di Zurigo e Edimburgo. I risultati mostrano variazioni significative a seconda delle regioni: lo scioglimento dei ghiacciai è stato del 2% in Antartide, mentre ha raggiunto il 39% in Europa Centrale. In altre aree del mondo, i numeri sono altrettanto allarmanti: la Nuova Zelanda ha perso il 29%, mentre Canada occidentale e Stati Uniti registrano una riduzione del 23%.
Lo scioglimento accelera: il trend degli ultimi anni
Una delle scoperte più inquietanti riguarda l’accelerazione della perdita di ghiaccio. Tra il 2000 e il 2012, la media era di 231 miliardi di tonnellate di ghiaccio perse ogni anno, mentre nell’ultimo decennio il valore è salito a 314 miliardi di tonnellate annue. Noel Gourmelen, dell’Università di Edimburgo, ha descritto questi dati come “sbalorditivi”, sottolineando quanto velocemente stiano avvenendo i cambiamenti in alcune regioni del pianeta.
Impatti globali dell’innalzamento del livello del mare
L’aumento del livello degli oceani, sebbene sembri modesto, ha conseguenze devastanti. Andrew Shepherd, esperto della Northumbria University, ha avvertito che anche un singolo centimetro di innalzamento espone due milioni di persone in più al rischio di inondazioni annuali. Le zone costiere sono sempre più vulnerabili, e la tendenza non mostra segnali di rallentamento.
Gli scienziati avvertono che il futuro dei ghiacciai dipenderà direttamente dalle misure adottate per ridurre le emissioni di gas serra. Michael Zemp, intervistato dalla BBC, ha sottolineato che ogni frazione di grado di riscaldamento evitata potrebbe salvare interi ecosistemi e limitare danni incalcolabili.
Questa analisi approfondita è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature il 19 febbraio e rappresenta un nuovo campanello d’allarme sullo stato del nostro pianeta.