Entrare in una sala di diorami è come fare un salto indietro nel tempo. Il Museo di Storia Naturale di Los Angeles, come molti altri nel mondo, ospita ancora queste scene meticolosamente ricostruite, che un tempo rappresentavano il culmine della divulgazione scientifica. Ma con l’avvento di tecnologie immersive e la crescente sensibilità verso tematiche di rappresentazione e conservazione ambientale, questi microcosmi di natura imbalsamata hanno ancora un ruolo nei musei di oggi?
L’epoca d’oro dei diorami: una finestra sulla natura selvaggia
Nel 1925, quando i primi diorami naturalistici fecero il loro ingresso nei musei, il mondo era molto diverso. La televisione era agli albori, il cinema a colori ancora un’innovazione, e le immagini ad alta definizione di National Geographic sarebbero arrivate solo decenni dopo. Per molti visitatori, queste scene tridimensionali erano l’unico modo per osservare gli animali nei loro habitat, creando un effetto che oggi potremmo paragonare alla realtà virtuale.
Questi allestimenti dettagliatissimi, con sfondi dipinti e animali tassidermizzati in pose dinamiche, non si limitavano a esporre specie, ma raccontavano storie. Mostravano il rapporto tra prede e predatori, la lotta per la sopravvivenza e persino la complessità degli ecosistemi, molto prima che la scienza dell’ecologia diventasse una disciplina affermata.
Declino e obsolescenza: i diorami sotto accusa
Nonostante il loro impatto, nel tempo questi allestimenti hanno perso il loro fascino. Con il progresso tecnologico e la comparsa di esposizioni interattive, molti musei hanno iniziato a considerarli datati e ingombranti. Alcuni li hanno rimossi del tutto, mentre altri hanno optato per un approccio di modernizzazione e contestualizzazione.
Un elemento critico riguarda la loro storia controversa. Molti diorami vennero realizzati con esemplari ottenuti attraverso spedizioni di caccia, spesso finanziate da musei e collezionisti facoltosi. La selezione di esemplari maschi dominanti rifletteva un pregiudizio di genere, mentre alcune rappresentazioni di popolazioni indigene risultano oggi inaccettabili. Inoltre, la natura “statica” delle esposizioni è in contrasto con la narrazione dinamica e coinvolgente richiesta dai visitatori moderni.
La rinascita dei diorami: nuove prospettive e reinterpretazioni
Non tutti i musei hanno deciso di abbandonare i diorami. Alcuni hanno investito nel loro restauro, mentre altri li hanno reinterpretati per adattarli a una visione più contemporanea.
Il Museo di Storia Naturale di Los Angeles ha inaugurato nel settembre 2024 una nuova esposizione intitolata “Reframing Dioramas: The Art of Preserving Wilderness”, che propone un approccio innovativo: anziché eliminare le vecchie scene, le integra con elementi multimediali e artistici. Un esempio è il diorama “Special Species”, che combina arte messicana e immagini digitali per raccontare la storia di specie californiane in pericolo, come il salmone Chinook e la tartaruga del deserto.
Anche il Field Museum di Chicago ha dato nuova vita ai suoi diorami, completandone uno iniziato oltre un secolo fa dal leggendario Carl Akeley. Nel 2015, una campagna sui social media ha raccolto oltre 150.000 dollari per terminare un diorama dedicato alle iene striate, dimostrando l’interesse del pubblico per questa forma d’arte e divulgazione.
Un equilibrio tra passato e futuro
Mentre alcuni musei scelgono di mantenere i diorami come testimonianze storiche, altri cercano modi per rinnovarli e renderli più inclusivi. L’American Museum of Natural History di New York, per esempio, ha deciso di non rimuovere un controverso diorama che raffigura un incontro del 1660 tra coloni olandesi e nativi Lenape, ma di contestualizzarlo con pannelli informativi che evidenziano gli errori storici e culturali della rappresentazione.
Altri hanno optato per la rimozione definitiva di esposizioni problematiche. Il Carnegie Museum of Natural History ha smantellato nel 2023 il diorama “Leone che attacca un dromedario”, una scena di caccia altamente stereotipata e realizzata con un vero cranio umano. Il museo sta ora lavorando per identificare e rimpatriare i resti della vittima, un segnale del cambiamento di sensibilità nel mondo museale.
I diorami: un’eredità in continua evoluzione
Nonostante le sfide, i diorami continuano a suscitare meraviglia e curiosità. Sono tra le esposizioni che fermano più a lungo i visitatori, superate solo dai dinosauri in termini di popolarità. Se ben reinterpretati, possono ancora essere strumenti potenti di educazione ambientale e narrazione scientifica.
Il dibattito su diorami e modernità è tutt’altro che concluso. Mentre alcune istituzioni li considerano reperti del passato, altre li vedono come un ponte tra storia, arte e scienza. Il futuro dei diorami dipenderà dalla loro capacità di adattarsi e raccontare nuove storie, proprio come la natura che cercano di rappresentare.