Milioni di anni fa, i primi antenati dell’uomo esploravano la regione conosciuta come Culla dell’Umanità, nell’attuale Africa, alla ricerca di rocce perfettamente sferiche. Un recente studio suggerisce che questi antichi ominidi, tra cui l’Homo erectus, potrebbero aver raccolto queste pietre per motivi ancora sconosciuti.
Le sfere litiche: una raccolta deliberata
Le rocce arrotondate sono state rinvenute in numerosi siti archeologici abitati dagli ominidi preistorici in tutto il mondo. Tuttavia, fino a oggi, l’attenzione degli studiosi si era concentrata esclusivamente su quelle modellate intenzionalmente per creare strumenti. Un esempio significativo proviene dalla Grotta di Qesem, in Israele, dove alcune specie umane primitive lavoravano la pietra per ottenere utensili utili a frantumare ossa di animali e accedere al midollo osseo. Un altro sito di grande importanza è Melka Kunture, nella Valle dell’Awash, in Etiopia, dove gli ominidi vissero per milioni di anni prima di migrare al di fuori dell’Africa.
Rocce naturali scelte per la loro forma
Invece di concentrarsi sulle pietre scolpite, la ricercatrice Margherita Mussi ha studiato una serie di rocce naturalmente sferiche, raccolte apparentemente in modo intenzionale dagli antichi abitanti di Melka Kunture. Questi reperti si trovano in vari strati archeologici che coprono un periodo compreso tra 1,7 milioni e 600.000 anni fa, suggerendo che siano state raccolte sia dall’Homo erectus che dal successivo Homo heidelbergensis.
La maggior parte di queste rocce è di origine vulcanica e si presenta sotto forma di lapilli di accrescimento, cioè aggregati di cenere formatasi durante le eruzioni esplosive. Durante il Pleistocene, l’Africa orientale fu caratterizzata da una notevole attività vulcanica, il che potrebbe spiegare la presenza di queste formazioni naturali.
Un’attenzione speciale per la rarità
A differenza di altri strumenti litici studiati in precedenza, le sfere vulcaniche di Melka Kunture non mostrano segni di lavorazione intenzionale, ma è evidente che gli ominidi del Pleistocene ne notarono la forma sorprendentemente regolare e geometrica. Secondo Mussi, il fatto che queste rocce fossero probabilmente rare nel paesaggio circostante suggerisce che siano state raccolte con cura e intenzionalità.
Un enigma ancora irrisolto
Non è ancora chiaro quale fosse lo scopo preciso di queste raccolte. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata è che gli ominidi del Pleistocene Inferiore e Medio sperimentassero diversi usi per queste pietre. Segni di percussione e superfici abrase su molte di esse indicano che venivano probabilmente impiegate per battere o frantumare materiali.
Questi risultati aggiungono un nuovo tassello alla comprensione delle capacità cognitive e comportamentali dell’Homo erectus e delle altre specie umane arcaiche. L’attenzione costante all’ambiente e la curiosità verso risorse inusuali suggeriscono un livello di esplorazione e sperimentazione superiore a quanto ipotizzato in precedenza.