Parlare più di una lingua non è solo un vantaggio nella vita quotidiana, ma potrebbe anche proteggere il cervello dall’invecchiamento. Diversi studi suggeriscono che il bilinguismo possa ritardare la comparsa della demenza, inclusa l’Alzheimer, anche se non sembra in grado di impedirne del tutto lo sviluppo.
L’idea che conoscere più lingue possa avere un impatto positivo sulla salute cognitiva è stata esplorata per la prima volta nel 2007, quando Ellen Bialystok, ricercatrice dell’Università di York a Toronto, ha analizzato i dati di una clinica della memoria. Il suo studio ha coinvolto 184 pazienti affetti da demenza e ha rivelato un dato sorprendente: i sintomi della malattia si manifestavano in media quattro anni più tardi nelle persone bilingui rispetto ai loro coetanei che parlavano una sola lingua.
Perché il bilinguismo aiuta il cervello?
Il cervello delle persone bilingui è costantemente impegnato in un esercizio mentale continuo: deve selezionare, inibire e alternare le lingue a seconda del contesto. Questo stimolo costante rafforza la riserva cognitiva, un meccanismo che aiuta il cervello a compensare i danni neurologici causati dall’invecchiamento o da malattie neurodegenerative.
Le ricerche hanno dimostrato che il bilinguismo migliora le funzioni esecutive, ovvero quelle capacità che permettono di concentrarsi, prendere decisioni e gestire più attività contemporaneamente. Questo effetto sembra essere particolarmente evidente nelle persone che usano regolarmente entrambe le lingue nella loro vita quotidiana.
Il bilinguismo può davvero prevenire la demenza?
Nonostante i benefici cognitivi, parlare più lingue non impedisce lo sviluppo della demenza, ma può ritardarne i sintomi. In altre parole, il cervello bilingue può resistere più a lungo ai danni della malattia, ma una volta che il declino cognitivo inizia, la progressione della patologia sembra essere più rapida.
Questo fenomeno potrebbe spiegarsi con il fatto che la riserva cognitiva offre una sorta di compensazione temporanea, ma non elimina la malattia sottostante. Quando il cervello non è più in grado di compensare, i sintomi emergono in modo più evidente e improvviso.
È mai troppo tardi per imparare una nuova lingua?
Anche se il bilinguismo fin dalla giovane età sembra offrire il massimo dei benefici, non è mai troppo tardi per iniziare. Studi suggeriscono che imparare una nuova lingua in età adulta può comunque migliorare le funzioni cognitive e potenziare la riserva cerebrale.
L’importante è usare attivamente la lingua: conversare, leggere e pensare in una seconda lingua può stimolare il cervello e mantenere la mente più agile e reattiva nel tempo.