Nella Pennsylvania occidentale, un piccolo tubo nascosto tra la vegetazione lungo il Sewickley Creek rilascia acque reflue trattate nel torrente, un luogo dove un tempo si praticavano pesca e kayak. Quell’acqua proviene dalla discarica Max Environmental Technologies, che gestisce alcuni tra i rifiuti industriali più pericolosi dello stato, inclusi quelli derivati dalla perforazione di petrolio e gas.
Per oltre tre generazioni, gli abitanti della cittadina di Yukon hanno denunciato le conseguenze della discarica, accusandola di aver compromesso la salute della comunità e l’ambiente circostante. Ora, con l’aumento dei rifiuti del fracking, l’inquinamento ha raggiunto livelli allarmanti.
Un pericolo nascosto: metalli pesanti e radioattività nei corsi d’acqua
Nuovi cartelli installati vicino al punto di scarico avvertono della presenza di arsenico, piombo, cianuro, cadmio e cromo esavalente nelle acque del torrente. Secondo gli studi condotti dalle Università di Pittsburgh e Duquesne, i sedimenti del Sewickley Creek a valle del punto di scarico presentano livelli di radioattività 1,4 volte superiori rispetto a quelli a monte.
L’origine di questa contaminazione è stata direttamente collegata ai rifiuti di petrolio e gas ricevuti dalla discarica, il cui volume è aumentato esponenzialmente negli ultimi due decenni con il boom del fracking in Pennsylvania.
“Non mangerei il pesce e non nuoterei in quest’acqua”, ha dichiarato John Stolz, professore di microbiologia ambientale alla Duquesne University, che da anni studia gli effetti dei rifiuti petroliferi sul territorio.
Le conseguenze per la salute: tumori, aborti e malattie neurologiche
Gli abitanti di Yukon hanno visto aumentare nella loro comunità casi di cancro, aborti spontanei, disturbi respiratori e malattie neurologiche. Per oltre 60 anni, hanno vissuto tra odori chimici insopportabili, polveri sottili, rumori assordanti e contaminazioni ambientali. Molti residenti si sono ammalati o hanno deciso di trasferirsi, mentre chi è rimasto vive nel terrore per la propria salute.
Secondo l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA), Yukon presenta tassi di cancro e malattie cardiache superiori alla media statale e nazionale.
Rifiuti tossici: il nodo irrisolto della gestione ambientale
La discarica Max Environmental fa parte di una vasta rete di smaltimento di rifiuti industriali che si estende in tutta la Pennsylvania e negli Stati Uniti. Oltre a ricevere detriti tossici come ceneri volanti, vernici al piombo e pezzi di batterie, la struttura è una delle 25 discariche dello stato che accettano rifiuti solidi dal settore petrolifero.
Nel 2023, la Pennsylvania ha prodotto 929.216 tonnellate di rifiuti solidi legati all’industria del gas e 3,3 miliardi di litri di acque reflue altamente tossiche. Tuttavia, il sistema di monitoraggio di questi materiali è pieno di falle e contraddizioni.
Uno studio condotto dalle Università di Duquesne e Pittsburgh ha rivelato gravi discrepanze nei dati ufficiali: le quantità di rifiuti dichiarate dalle aziende non corrispondono a quelle registrate dalle discariche, rendendo quasi impossibile valutare l’impatto ambientale effettivo.
“Nessuno può dire con certezza quanti rifiuti siano stati realmente smaltiti e dove siano finiti”, ha affermato Stolz, co-autore dello studio.
Max Environmental: una storia di violazioni e mancata conformità
Nonostante la discarica sia sotto il controllo dell’EPA, per la maggior parte degli ultimi tre anni non ha rispettato le normative del Clean Water Act e, dal luglio 2023, viola anche le disposizioni del Resource Conservation and Recovery Act (RCRA) sui rifiuti pericolosi.
Nel 2017, la società di private equity Altus Capital Partners, con sede in Connecticut, ha acquistato Max Environmental, promettendo una maggiore attenzione alla conformità ambientale. Tuttavia, le violazioni sono continuate. L’EPA ha imposto due ordini di consenso per migliorare le operazioni della discarica e ha temporaneamente vietato lo smaltimento di rifiuti pericolosi, misura poi revocata.
Un’ispezione dell’EPA ha evidenziato che i test sui rifiuti trattati falliscono in un numero significativo di casi, e i dati ufficiali confermano che la discarica ha superato i limiti legali per zinco, piombo, cadmio e azoto.
“È una bomba ecologica costruita sopra miniere di carbone abbandonate”, ha dichiarato Eric Harder, attivista ambientale della Mountain Watershed Association, che da anni denuncia la pericolosità della discarica.
La minaccia della radioattività: un’eredità permanente
Uno degli aspetti più preoccupanti è la contaminazione radioattiva legata ai rifiuti del fracking. Il processo di perforazione libera isotopi pericolosi come radio, uranio e torio, che vengono poi accumulati nei rifiuti solidi e nei fanghi di perforazione.
Nonostante Max Environmental sostenga di non accettare rifiuti radioattivi, tra il 2021 e il 2023 la discarica ha rilevato materiali radioattivi 34 volte e li ha comunque smaltiti. L’isotopo più comune trovato nei rifiuti della discarica è il radio-226, lo stesso identificato nei sedimenti contaminati a valle del torrente Sewickley Creek.
Secondo Nathaniel Warner, professore di ingegneria ambientale alla Penn State University, la radioattività rilasciata nell’ambiente può accumularsi nella catena alimentare, contaminando pesci e animali selvatici. Studi recenti hanno rilevato tracce di radioattività nei tessuti e nei gusci delle cozze d’acqua dolce, con il rischio che si trasmettano ai predatori e, potenzialmente, agli esseri umani.
“La radioattività è per sempre”, ha avvertito Stolz, ricordando che la formazione di Marcellus, da cui si estrae il gas di scisto in Pennsylvania, è particolarmente ricca di elementi radioattivi.
Proteste, denunce e un futuro incerto
Negli ultimi anni, i residenti di Yukon hanno presentato centinaia di denunce contro Max Environmental, segnalando odori chimici irrespirabili, mal di testa, irritazioni alla gola e polveri sottili nei loro giardini.
Nel 2017, due cittadini hanno avviato una class action contro la discarica per inquinamento atmosferico. La causa si è conclusa nel 2024 con un risarcimento di 425.000 dollari, di cui solo 275.000 destinati agli abitanti, una somma che molti considerano irrisoria rispetto ai danni subiti.
“Abbiamo perso molto più di quanto ci hanno dato”, ha detto Joan Kodrin, una residente locale.
Mentre il problema dell’inquinamento cresce e il governo fatica a trovare soluzioni, gli abitanti di Yukon continuano a lottare, chiedendo risposte e giustizia per un disastro ambientale che potrebbe avere conseguenze irreversibili per le generazioni future.