Alterazione degli ecosistemi marini nel Pacifico orientale
Le acque della California stanno subendo trasformazioni profonde a causa dell’innalzamento delle temperature oceaniche, dell’acidificazione e della diminuzione dell’ossigeno disciolto. Questi fenomeni stanno compromettendo gli ecosistemi marini lungo la costa occidentale del Nord America, minacciando direttamente le popolazioni di granchi Dungeness, calamari di mercato, aringhe del Pacifico e molte altre specie di grande rilevanza economica e culturale per le comunità locali.
Un’indagine condotta presso l’Università della California, Santa Cruz, guidata da Timothy Frawley, esperto dell’Istituto di Scienze Marine, evidenzia come numerose specie ittiche, essenziali per le attività di pesca nello stato, stiano affrontando rischi crescenti a causa dell’emergenza climatica. La ricerca, svolta in collaborazione con il Dipartimento della Pesca e della Fauna Selvatica della California (CDFW), la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), la Nature Conservancy e il California Ocean Protection Council, ha valutato la vulnerabilità climatica di 34 specie acquatiche ritenute strategiche per l’economia locale.
Specie marine e rischio di spostamento verso nord
I mutamenti ambientali, come l’aumento della temperatura superficiale del mare, l’alterazione della salinità, l’abbassamento dei livelli di ossigeno e l’innalzamento del livello delle acque, stanno già modificando la distribuzione di diverse specie nel Pacifico orientale. Alcuni organismi, tra cui aringhe del Pacifico e calamari di mercato, si stanno spostando verso l’Alaska e le acque più settentrionali, allontanandosi così dalle tradizionali zone di pesca californiane. Questo spostamento genera gravi ripercussioni economiche per le imprese locali.
Parallelamente, specie come il bonito del Pacifico trovano ora nelle acque californiane condizioni più favorevoli, aprendo scenari inediti per la pesca. Tuttavia, il fenomeno resta complesso, poiché l’arrivo di nuove specie non sempre compensa la perdita di quelle storicamente più redditizie.
Valutazione della vulnerabilità delle specie marine
Gli scienziati hanno applicato il metodo delle Valutazioni della Vulnerabilità Climatica (CVA), classificando il rischio delle specie attraverso una scala cromatica che va dal blu (bassa vulnerabilità) al rosso (massima vulnerabilità). Secondo i risultati, tra il 2030 e il 2060, circa il 12% delle specie analizzate rientrerà nelle fasce arancione e rossa, quindi a rischio elevato. Tra il 2070 e il 2100, tale percentuale potrebbe salire fino al 53%, con effetti devastanti sulla pesca californiana.
Particolarmente esposti risultano essere molluschi e crostacei, tra cui l’abalone rosso, considerato una delle specie più a rischio per via della sua scarsa mobilità. Anche il granchio Dungeness, la vongola Pismo, l’aragosta spinosa della California, il calamaro di mercato, il gambero rosa e la già citata aringa del Pacifico mostrano segnali di crescente fragilità. La pesca del solo granchio Dungeness, per esempio, genera un fatturato annuo superiore ai 45 milioni di dollari, sostenendo l’economia di numerose comunità costiere tra San Francisco e Monterey.
Pesca californiana tra rischi e adattamento
Secondo Frawley, la pesca californiana è sostenuta da una filiera complessa che coinvolge equipaggi di pescherecci, addetti ai porti, lavoratori degli stabilimenti di lavorazione e commercianti. Ogni cambiamento nelle popolazioni marine può interrompere questo equilibrio e mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro, soprattutto nelle aree costiere di Santa Cruz, San Diego e Los Angeles.
L’esperienza diretta come pescatore ha spinto Frawley a concentrarsi su ricerche applicate, con l’obiettivo di fornire strumenti utili alle comunità costiere per affrontare le incertezze climatiche. Le valutazioni locali sono fondamentali perché, sebbene alcune specie possano migrare in aree più fresche evitando l’estinzione, la loro scomparsa dalle tradizionali zone di pesca può rappresentare un disastro economico per chi vive di questa attività.
Necessità di strategie di gestione flessibili
Gli scienziati californiani suggeriscono che il futuro della pesca del Pacifico orientale dipenderà sempre più dall’adozione di regolamentazioni adattabili alle fluttuazioni delle popolazioni marine. La pianificazione a lungo termine e l’aggiornamento costante dei limiti di cattura saranno essenziali per garantire la sostenibilità ambientale e la stabilità economica delle comunità ittiche.
La capacità di reagire rapidamente agli spostamenti delle specie sarà decisiva per preservare il patrimonio ittico californiano e proteggere i lavoratori coinvolti nel settore, in un’epoca segnata da cambiamenti climatici sempre più rapidi e imprevedibili.