Sognare è un fenomeno affascinante, spesso paragonato a uno stato alterato della coscienza. Alcuni filosofi dell’antichità hanno ipotizzato che vi fosse una similitudine tra il sogno e la psicosi, ma questa analogia non è del tutto accurata. Le allucinazioni psicotiche sono prevalentemente uditive, mentre il sogno è un’esperienza principalmente visiva. Tuttavia, il nostro cervello è in grado di creare e percepire suoni mentre dormiamo, come dimostra uno studio del 2020.
Chiunque abbia vissuto un’allucinazione ipnopompica, un fenomeno vivido che si manifesta nel passaggio tra il sonno e la veglia, o abbia sperimentato la paralisi del sonno, conosce bene la sensazione di confusione tra realtà e sogno. Questo solleva una domanda affascinante: come possiamo “sentire” nei sogni? Se nel mondo onirico possiamo ascoltare voci, musica o suoni ambientali, nonostante non vi siano stimoli reali, significa che il cervello ha un meccanismo sorprendente per generare queste esperienze.
Il cervello durante il sonno: tra atonia e iperattività
Quando dormiamo, il nostro corpo entra in uno stato di atonia muscolare, che ci impedisce di muoverci, mentre il cervello continua a funzionare in modo complesso. Durante il sonno REM, fase in cui si verificano i sogni più vividi, il cervello spegne temporaneamente alcune aree, come la corteccia prefrontale, responsabile della logica e del pensiero critico. Questo spiega perché nei sogni accettiamo eventi assurdi senza metterli in discussione.
Allo stesso tempo, altre regioni cerebrali si attivano maggiormente:
- Ippocampo e amigdala elaborano le emozioni e i ricordi.
- Corteccia cerebrale partecipa alla costruzione della narrazione onirica.
- Corteccia uditiva rimane attiva, permettendo la percezione di suoni.
Sebbene il cervello riduca l’elaborazione degli stimoli esterni, alcuni suoni possono comunque filtrare nel sogno. Ad esempio, una sveglia che suona, un rumore improvviso o un suono familiare possono essere integrati nella narrazione onirica. Tuttavia, se il rumore è eccessivamente forte o inaspettato, il cervello lo interpreta come una minaccia e ci risveglia.
I suoni nei sogni: voci, musica e rumori misteriosi
Ma che dire dei suoni che non provengono dall’ambiente esterno? Il nostro cervello è in grado di simulare esperienze sonore, creando voci, melodie e rumori del tutto interni. Secondo lo studio del 2020, che ha analizzato i resoconti onirici di 13 partecipanti, l’83% dei suoni percepiti nei sogni era rappresentato da persone che parlavano, mentre nel 60% dei casi il sognatore stesso interagiva verbalmente con qualcuno.
I partecipanti hanno riferito che le voci nei sogni erano spesso chiare e dettagliate. Alcuni hanno persino sentito parlare in lingue straniere, mentre altri hanno descritto risate, urla o applausi. Questi dati dimostrano che la percezione uditiva onirica è un fenomeno comune, anche se finora poco studiato rispetto alla componente visiva dei sogni.
Da dove provengono questi suoni?
Le esperienze uditive nei sogni sembrano derivare dalla memoria. Il cervello attinge a ricordi sonori passati e li ricompone, creando nuovi scenari. L’amigdala, che regola la nostra risposta emotiva, amplifica queste sensazioni, rendendole più intense e realistiche.
Il motivo per cui i suoni nei sogni sembrano così autentici è legato alla ridotta attività della corteccia prefrontale. Poiché questa regione è responsabile del pensiero critico, la sua inattività impedisce al cervello di mettere in discussione la plausibilità di ciò che avviene nel sogno. Questo ci porta ad accettare eventi surreali con naturalezza, inclusi suoni impossibili o voci di persone che non esistono.
Il sogno rimane un enigma
Nonostante i progressi nella neuroscienza del sonno, la natura del sogno resta un mistero affascinante. Il cervello, mentre dormiamo, è capace di costruire interi mondi, popolati di suoni, immagini ed emozioni, senza alcuna base reale. Comprendere come funzionano queste dinamiche potrebbe offrirci nuove prospettive sul modo in cui percepiamo la realtà, la memoria e la coscienza.