L’esplorazione di Cerere, il pianeta nano situato nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, ha rivelato dettagli sorprendenti sulla possibile origine dei composti organici presenti sulla sua superficie. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, i ricercatori hanno analizzato i dati raccolti dalla missione Dawn della NASA, giungendo a una conclusione inaspettata: i cosiddetti “mattoni della vita” non sembrano avere origine interna, ma potrebbero essere stati trasportati da impatti asteroidali.
La missione Dawn e la scoperta delle molecole organiche
La sonda Dawn ha raggiunto Cerere nel 2015, restando in orbita per circa tre anni e mezzo. Durante questo periodo, ha realizzato una mappatura dettagliata della superficie del pianeta nano, identificando regioni ricche di composti organici. Queste molecole, fondamentali per la chimica della vita, si trovano spesso su asteroidi e comete, e la loro presenza su Cerere ha subito suscitato domande sulla loro provenienza.
Inizialmente, gli scienziati ipotizzavano che il criovulcanismo, un fenomeno in cui sostanze volatili come acqua e ammoniaca vengono espulse dal sottosuolo invece della lava, fosse il principale meccanismo responsabile della distribuzione di materiale organico sulla superficie. Tuttavia, l’analisi avanzata con l’intelligenza artificiale ha rivelato che questa ipotesi non regge di fronte alle nuove evidenze.
I dati dell’intelligenza artificiale ribaltano le ipotesi
L’uso dell’intelligenza artificiale ha permesso agli scienziati di riesaminare i dati raccolti dalla sonda Dawn, rivelando schemi e correlazioni prima ignorati. Le molecole organiche non sono state trovate in associazione con siti di attività criovulcanica, il che suggerisce che non abbiano avuto origine all’interno di Cerere.
Secondo Andreas Nathues, ricercatore del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS), questa scoperta cambia radicalmente la comprensione della geologia e della chimica del pianeta nano. Ranjan Sarkar, anch’egli del MPS, ha sottolineato come i siti ricchi di molecole organiche siano rari e privi di tracce di attività geologica attuale o passata, come fratture, cupole vulcaniche o crateri profondi.
I depositi organici più significativi sono stati individuati vicino al cratere Ernutet, situato nell’emisfero settentrionale di Cerere, mentre solo poche altre zone presentano quantità rilevanti di questi composti.
L’ipotesi dell’origine extraterrestre
L’assenza di legami tra i composti organici e l’attività interna di Cerere ha portato i ricercatori a considerare un’altra spiegazione: il materiale organico sarebbe stato portato da asteroidi provenienti dalla fascia esterna del Sistema Solare.
Simulazioni al computer hanno dimostrato che Cerere viene frequentemente colpito da asteroidi provenienti dalla stessa regione in cui orbita. Questi impatti, tuttavia, avvengono a basse velocità relative, generando poco calore e permettendo così la sopravvivenza delle molecole organiche senza che vengano distrutte dalle alte temperature tipiche delle collisioni ad alta energia.
Questa scoperta è estremamente significativa perché suggerisce che i composti organici non solo erano presenti nel Sistema Solare esterno fin dalle prime fasi della sua formazione, ma potrebbero anche aver raggiunto il Sistema Solare interno molto più tardi, potenzialmente influenzando lo sviluppo della vita sulla Terra.
Le implicazioni per l’origine della vita
L’idea che gli asteroidi possano aver trasportato molecole organiche attraverso il Sistema Solare non è nuova, ma le nuove prove fornite dallo studio su Cerere rafforzano ulteriormente questa teoria. Se il trasporto di composti organici attraverso impatti asteroidali fosse stato un processo comune, è possibile che anche la Terra primordiale abbia ricevuto materiali simili, contribuendo all’evoluzione della vita.
Sebbene la missione Dawn non sia in grado di rilevare tutti i tipi di composti organici, le evidenze raccolte finora indicano che quelli presenti su Cerere non provengano dall’interno del pianeta nano, ma siano il risultato di un continuo scambio di materiale tra i corpi celesti del Sistema Solare.
L’analisi futura di altri pianeti nani e asteroidi potrebbe fornire ulteriori indizi su questo processo e chiarire il ruolo che questi oggetti hanno avuto nell’evoluzione chimica del nostro sistema planetario.