Boeing ha annunciato un possibile taglio di 400 posti di lavoro nel programma di sviluppo del razzo SLS (Space Launch System), il lanciatore della NASA destinato alle missioni Artemis, progettate per riportare gli astronauti sulla Luna. La decisione arriva in un momento di crescente pressione per l’agenzia spaziale americana, che sta affrontando sfide interne e la concorrenza sempre più aggressiva di SpaceX, l’azienda di Elon Musk.
Secondo i vertici di Boeing, i licenziamenti sono legati a una revisione del programma Artemis, i cui costi hanno sollevato più volte critiche e dibattiti. Il razzo SLS, sviluppato da anni con ingenti finanziamenti pubblici, è stato spesso al centro di polemiche per i suoi costi elevati e i ritardi accumulati. Elon Musk, attraverso SpaceX, sta invece portando avanti il progetto Starship, un lanciatore più economico e riutilizzabile che punta a sostituire l’SLS nelle future missioni spaziali.
Nonostante questi problemi, a gennaio 2024, la NASA aveva confermato il lancio di Artemis 2, la prima missione con astronauti a bordo della capsula Orion, prevista per aprile 2026. Tuttavia, il nuovo ridimensionamento annunciato da Boeing mette in dubbio la stabilità dell’intero programma e potrebbe causare ulteriori slittamenti nella tabella di marcia.
Le tensioni tra NASA e SpaceX si sono accentuate anche a causa di alcune recenti nomine ai vertici dell’agenzia spaziale. Janet Prieto, la nuova amministratrice della NASA, ha eliminato i contratti legati alle politiche di diversità, equità e inclusione (DEI), segnando una svolta nella gestione interna dell’agenzia. Poche settimane dopo, è stato nominato consulente Michael Altenhofen, un ex dipendente di SpaceX con 15 anni di esperienza nell’azienda di Musk, alimentando ulteriormente il clima di conflitto.
Le critiche di Musk alla NASA si sono manifestate anche pubblicamente. A fine gennaio, il miliardario ha pubblicato un tweet in cui annunciava che SpaceX avrebbe “riportato a casa il prima possibile” i due astronauti rimasti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Tuttavia, la NASA aveva già previsto il loro rientro con la missione Crew 10, dimostrando come le dichiarazioni di Musk possano spesso generare tensioni mediatiche.
La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente, con possibili revisioni e tagli ad altri progetti chiave, come lo sviluppo del Lunar Gateway, la futura stazione orbitante lunare che vede la partecipazione di Europa e Italia, la missione Mars Sample Return, che mira a portare campioni di suolo marziano sulla Terra, e il destino della Stazione Spaziale Internazionale, il cui deorbiting è previsto per il 2030.