Le proiezioni climatiche per i prossimi decenni delineano uno scenario allarmante: un incremento di 2 gradi Celsius rispetto ai valori preindustriali potrebbe trasformare ampie zone del Sud Asia, del Sud America, dell’Africa occidentale e del sud-est degli Stati Uniti in aree ostili alla sopravvivenza umana. Entro il 2050, territori abitati da milioni di individui rischiano di diventare inabitabili a causa delle ondate di calore estremo, minacciando la salute e la vita delle persone.
Temperature globali verso soglie letali: allarme degli scienziati
Una ricerca pubblicata il 4 Febbraio 2025 su Nature Reviews Earth & Environment e guidata da Radley Horton della Columbia Climate School di New York City, rivela che, se il riscaldamento globale raggiungerà 2°C sopra i livelli preindustriali, circa un miliardo di ettari di superficie terrestre – un’estensione paragonabile all’intero territorio degli Stati Uniti – potrebbe essere esposta a condizioni climatiche potenzialmente mortali. Si tratta di una quantità tripla rispetto alle aree attualmente colpite da simili ondate di calore.
Condizioni estreme sempre più frequenti nelle regioni tropicali e subtropicali
L’analisi condotta da Horton evidenzia come il superamento della soglia dei 2 gradi provocherebbe un’escalation di eventi di calore estremo in Sud Asia, Sud America, Africa occidentale e nelle regioni meridionali degli Stati Uniti. In queste zone, temperature e umidità elevatissime potrebbero risultare letali anche per individui giovani e in perfette condizioni fisiche.
Gli abitanti delle fasce tropicali e subtropicali sarebbero costretti ad affrontare temperature così alte da impedire la dispersione del calore corporeo. In tali condizioni, l’organismo umano non riesce a mantenere la temperatura corporea sotto i 37°C, con il rischio di raggiungere rapidamente i 42°C, un valore considerato fatale dai medici.
La soglia dei 42 gradi corporei: il punto di non ritorno per il corpo umano
Quando il corpo umano supera i 42 gradi Celsius, i principali organi vitali subiscono danni irreversibili. Il cuore, il cervello e i reni rischiano il collasso in pochi minuti, conducendo alla morte. Tale scenario potrebbe divenire comune in alcune delle zone più calde del pianeta se le temperature globali salissero di 4 gradi rispetto ai valori preindustriali.
La situazione attuale: il pianeta già vicino alla soglia critica
Nel 2024, la temperatura media globale ha già superato di 1,6°C i livelli registrati prima della Rivoluzione Industriale, quando la media si attestava intorno ai 13,5°C. Questo avvicinamento alla soglia critica dei 2 gradi desta preoccupazione crescente tra gli studiosi. Radley Horton commenta che è sconvolgente constatare quanto il mondo sia già vicino al punto di non ritorno.
I soggetti più vulnerabili: anziani e persone con patologie
Le persone oltre i 65 anni risultano particolarmente esposte agli effetti delle ondate di calore, poiché l’organismo degli anziani fatica maggiormente a regolare la temperatura corporea. Con l’avanzare del riscaldamento globale, vaste aree del pianeta potrebbero diventare pericolose o letali per chi soffre di patologie croniche o per coloro che vivono in condizioni di povertà senza accesso all’aria condizionata.
La ricerca di Horton: simulazioni per comprendere il futuro climatico
Il team della Columbia Climate School ha sviluppato modelli climatici avanzati, integrando dati reali su temperatura e umidità, per calcolare il rischio di mortalità associato ai picchi di calore. I risultati indicano che, in molte regioni tropicali, il superamento dei 2 gradi globali comporterebbe almeno un’ondata di calore estremo ogni 30 anni, esponendo milioni di persone a condizioni di rischio mortale.
Riscaldamento oltre i 4 gradi: rischio catastrofico per la sopravvivenza umana
Se il riscaldamento raggiungesse i 4 gradi Celsius sopra la media preindustriale, alcune zone del Medio Oriente, del Sud-est asiatico e delle pianure costiere dell’Africa potrebbero registrare temperature e livelli di umidità così elevati da superare la capacità del corpo umano di raffreddarsi, portando rapidamente alla morte.
I medici e i climatologi avvertono che temperature corporee superiori ai 42°C sono incompatibili con la vita per la maggior parte degli esseri umani, inclusi gli individui in piena salute.
Una nuova geografia del calore estremo: aree tradizionalmente temperate a rischio
Anche regioni storicamente considerate temperate, come il sud-est degli Stati Uniti e parti dell’Europa meridionale, potrebbero sperimentare ondate di calore senza precedenti. Città come Miami, New Orleans e alcune zone della Spagna e dell’Italia meridionale potrebbero diventare quasi invivibili durante le estati del futuro.
I numeri del riscaldamento globale: tra emergenza e incertezza
Lo studio di Horton non rappresenta una certezza assoluta, ma una proiezione plausibile basata sulle attuali emissioni di gas serra e sull’inerzia climatica. Le temperature globali potrebbero aumentare più lentamente o più rapidamente in base alle politiche ambientali future e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
L’aria condizionata e altri adattamenti tecnologici potrebbero mitigare i rischi in alcune aree urbane, ma ampie fasce rurali dei Paesi tropicali potrebbero restare senza protezione, esponendo milioni di persone a condizioni potenzialmente letali.
Le proiezioni per il Sud Asia, l’America Latina e l’Africa subsahariana mostrano che, senza un’inversione di tendenza, i 2 gradi potrebbero rappresentare una condanna per milioni di persone, mentre 4 gradi segnerebbero la scomparsa di intere comunità nelle aree più esposte ai picchi di calore e umidità.