Gli antichi popoli non disponevano di tecnologie moderne per proteggere le loro case e i loro raccolti dai parassiti. Non avevano contenitori ermetici per conservare gli alimenti, né strumenti avanzati per difendersi da insetti e roditori. Tuttavia, le fonti archeologiche dimostrano che svilupparono metodi ingegnosi per limitare i danni causati da questi ospiti indesiderati. Attraverso trappole in argilla, oli naturali e strumenti manuali, riuscivano a ridurre le infestazioni e a preservare le loro scorte alimentari.
I parassiti nell’antichità
Gli archeologi hanno individuato due modi principali per studiare l’impatto dei parassiti sulle civiltà del passato: l’analisi di opere d’arte e testi antichi e lo studio dei resti fisici.
Nelle tombe egizie sono state rinvenute raffigurazioni di operai intenti a proteggere gli alberi da frutto dagli attacchi di piccoli uccelli o a respingere quaglie che invadevano i campi. Nei testi medici dell’epoca si trovano anche riferimenti a rimedi contro pidocchi e pulci, segno che questi insetti erano un problema quotidiano. Un esempio significativo è “La Satira dei Mestieri”, un antico scritto egiziano che menziona le zanzare e i moscerini tra i principali fastidi della vita lavorativa.
Oltre ai documenti scritti e alle immagini, i resti archeologici forniscono prove concrete della presenza di parassiti nell’antichità. In alcuni magazzini di grano egizi sono stati identificati danni provocati dai tonchi, piccoli insetti infestanti. Anche lo studio dei resti umani ha rivelato la diffusione di parassiti nel passato. In Brasile, ad esempio, sono stati ritrovati scheletri coperti di pidocchi e lendini risalenti a 10.000 anni fa. Le mummie egizie hanno permesso di identificare malattie come la malaria, causata dal Plasmodium falciparum, trasmesso dalle zanzare. Inoltre, le analisi dei tessuti conservati hanno evidenziato la presenza di tenie, nematodi e vermi della Guinea, segno di infezioni intestinali diffuse tra le popolazioni antiche.
Strumenti per contrastare i parassiti
Le scoperte archeologiche hanno svelato diversi strumenti utilizzati dagli antichi egizi per contrastare i parassiti. Uno degli esempi più noti è il pettine per pidocchi, un oggetto a doppia faccia con denti molto stretti, progettato per eliminare lendini e pidocchi dai capelli. Questo dimostra che, già migliaia di anni fa, il problema dei parassiti infestanti era affrontato con metodi sistematici.
Anche gli agricoltori egizi svilupparono strategie per proteggere i raccolti. Le pitture murali mostrano lavoratori che utilizzavano reti per catturare quaglie nei campi di grano. Per proteggere gli alberi da frutto dagli uccelli predatori, si usavano trappole a molla o reti sospese, che intrappolavano gli animali in volo.
Anche i roditori rappresentavano una minaccia per le scorte alimentari. Una scoperta significativa è stata fatta a Kahun, dove gli archeologi hanno trovato una scatola di argilla che potrebbe essere stata una trappola per topi. Strutture simili, risalenti a circa 4.000 anni fa, sono state individuate in diverse località, tra cui Bampur in Iran, Mohenjo-Daro in Pakistan e Mundigak in Afghanistan. Queste trappole rudimentali avevano corde che chiudevano una porta scorrevole, dimostrando che il controllo dei topi avveniva in modo manuale e attivo.
Per combattere gli insetti volanti, invece, gli egizi utilizzavano scacciamosche fatti di crini di cavallo e ramoscelli. Le raffigurazioni artistiche mostrano anche gatti domestici impiegati come cacciatori di topi, un ruolo che potrebbe aver contribuito alla loro diffusione e venerazione nell’antico Egitto.
Metodi naturali per tenere lontani i parassiti
Oltre a trappole e strumenti fisici, gli antichi popoli sfruttavano anche rimedi naturali per difendersi dagli infestanti. In Egitto, ad esempio, gli agricoltori spargevano cenere di piante intorno ai magazzini e alle macine. Questa polvere poteva servire a disidratare gli insetti e a impedire loro di contaminare le riserve di grano.
Alcuni oli naturali venivano utilizzati per proteggere il corpo dai parassiti. L’olio di ricino, ad esempio, era impiegato per combattere i pidocchi, mentre una miscela a base di pulicaria, carbone e altre erbe veniva usata per eliminare le pulci dalle abitazioni.
A differenza delle moderne strategie di eliminazione, gli antichi egizi non cercavano di sterminare completamente i parassiti, ma piuttosto di limitarne la presenza. Gli indizi archeologici suggeriscono che, mentre oggi si fa largo uso di pesticidi chimici, le civiltà antiche accettavano la convivenza con insetti e roditori, adottando misure per tenerli a distanza piuttosto che per eliminarli del tutto.