Gli ultimi dati raccolti dal rover Zhurong hanno portato alla luce prove sorprendenti che suggeriscono la presenza di spiagge marziane risalenti a miliardi di anni fa. Questa scoperta rafforza l’ipotesi che un vasto oceano abbia un tempo ricoperto parte dell’emisfero settentrionale di Marte, aprendo nuove prospettive sulla possibilità che il pianeta abbia ospitato forme di vita nel passato remoto.
Le prove geologiche di un antico oceano
Le analisi condotte dagli scienziati grazie allo strumento radar RoSPR hanno rivelato depositi sedimentari sepolti sotto la superficie marziana, caratterizzati da inclinazioni tipiche dei litorali terrestri. Questi dati indicano che circa 4 miliardi di anni fa, l’acqua ha modellato il paesaggio del Pianeta Rosso in modo simile a quanto avviene sulla Terra.
Le immagini e le rilevazioni radar mostrano strati inclinati di 15°, una caratteristica distintiva delle zone costiere soggette all’azione di onde, maree e venti. Questo esclude l’ipotesi che si tratti di depositi vulcanici o formazioni derivanti da impatti meteoritici, confermando invece l’esistenza di un ambiente costiero su Marte.
La tecnologia radar dietro la scoperta
Il rover Zhurong, parte della missione cinese Tianwen-1, è stato equipaggiato con il Subsurface Penetrating Radar (RoSPR), in grado di penetrare fino a 80 metri di profondità e fornire una mappatura tridimensionale del sottosuolo. Grazie a questo strumento, i ricercatori hanno individuato strati sedimentari sovrapposti, tipici degli ambienti acquatici, che confermano la presenza di un sistema costiero marziano.
Gli scienziati ritengono che le condizioni climatiche di Marte fossero un tempo molto diverse da quelle attuali, con un’atmosfera più densa e temperature sufficientemente elevate da consentire la presenza di acqua liquida in superficie. La scoperta di questi depositi marini fossili fornisce un’ulteriore conferma di questa teoria.
Le implicazioni per la ricerca della vita aliena
Se in passato Marte ha avuto grandi distese d’acqua, è possibile che abbia offerto condizioni favorevoli allo sviluppo della vita. Sulla Terra, gli ambienti costieri sono stati fondamentali per l’evoluzione dei primi organismi biologici, fornendo un ambiente ricco di elementi chimici essenziali. Questo potrebbe essere accaduto anche su Marte, con la presenza di microbi fossili conservati nei sedimenti marziani.
Studi recenti hanno anche dimostrato che il pianeta rosso potrebbe ancora nascondere acqua liquida nel suo sottosuolo, aprendo la possibilità che forme di vita primitive siano sopravvissute fino a oggi. Le prossime missioni, come quelle della NASA e dell’ESA, si concentreranno proprio sull’analisi di questi depositi alla ricerca di tracce biologiche.
Il futuro dell’esplorazione marziana
Le implicazioni di questa scoperta non si limitano alla ricerca della vita aliena, ma potrebbero influenzare anche le future missioni umane su Marte. Se nel sottosuolo esistono ancora riserve d’acqua, queste potrebbero rappresentare una risorsa fondamentale per l’esplorazione e la colonizzazione del pianeta.
I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su PNAS, e la comunità scientifica internazionale sta ora valutando le prossime mosse per approfondire questa scoperta rivoluzionaria.