Un team di scienziati dell’USGS ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Nature che analizza i movimenti dei serbatoi di magma sotto il Parco Nazionale di Yellowstone. Sebbene la probabilità di una grande eruzione rimanga estremamente bassa, gli esperti hanno osservato che l’area potenzialmente interessata da attività vulcanica si è spostata nel tempo.
Lo spostamento dei serbatoi di roccia fusa
Negli ultimi due milioni di anni, il supervulcano di Yellowstone ha generato solo tre grandi eruzioni, che hanno lasciato profonde caldere sul terreno. Questi fenomeni si verificano quando la fuoriuscita di magma provoca il collasso del suolo soprastante, creando una depressione a forma di ciotola. Il nuovo studio rivela che il magma sotto la caldera non è statico. Attualmente, si sta spostando verso nord-est, un cambiamento significativo rispetto alla sua posizione tradizionale. Tuttavia, gli scienziati sottolineano che il magma attuale non sembra essere in uno stato eruttibile, riducendo le probabilità di un’eruzione catastrofica nel breve termine.
La mappatura del sistema magmatico di Yellowstone
Il Parco Nazionale di Yellowstone, situato nel Wyoming, è una delle principali attrazioni turistiche degli Stati Uniti, grazie alla spettacolare attività geotermica alimentata dal calore del magma. Geyser, sorgenti termali e pozze di fango bollente testimoniano la presenza di roccia fusa sotto la crosta terrestre. Per comprendere meglio il comportamento di questo sistema, gli scienziati hanno utilizzato tecniche avanzate di mappatura basate su campi magnetici ed elettrici.
Il magma sotto Yellowstone si presenta in due strati principali: uno inferiore ricco di basalto e uno superiore ricco di silice. La composizione del magma influenza il suo comportamento: il livello superiore, più viscoso e ricco di silice, si muove più lentamente rispetto a quello inferiore. Questi dettagli sono stati essenziali per identificare i sette serbatoi principali del sistema magmatico, che si estendono tra i 4 e i 48 chilometri di profondità.
La scoperta della tasca nord-orientale
Uno dei risultati più sorprendenti dello studio è stata l’individuazione di una tasca di magma situata nella parte nord-orientale della caldera. Quest’area, precedentemente sottovalutata, mostra una composizione unica rispetto al resto del sistema. La stratificazione del magma è evidente: lo strato inferiore, ricco di basalto, mantiene caldo lo strato superiore, che contiene tra 960 e 1.250 chilometri cubici di magma ricco di silice. Queste quantità sono comparabili a quelle emesse durante ciascuna delle tre grandi eruzioni passate.
Le probabilità di un’eruzione
Secondo Mark Stelton, scienziato dell’USGS presso l’Osservatorio Vulcanico di Yellowstone, la probabilità annuale di un’eruzione è estremamente bassa, stimata intorno allo 0,001%. In una rubrica online, Stelton ha spiegato che le condizioni attuali del sistema magmatico non mostrano segni di un’imminente attività vulcanica. Gran parte del magma sotto Yellowstone è ancora solido, e i dati di monitoraggio non indicano anomalie significative.
Il futuro del vulcano di Yellowstone
Nonostante la bassa probabilità di un’eruzione nel breve termine, lo studio rappresenta un passo importante per comprendere meglio l’evoluzione del sistema magmatico di Yellowstone. Il continuo monitoraggio della caldera e l’analisi dei movimenti del magma forniscono informazioni essenziali per proteggere l’ambiente circostante e la sicurezza delle comunità vicine.
Il Parco Nazionale di Yellowstone rimane un esempio affascinante di come i processi geologici modellino il nostro pianeta, offrendo al contempo spettacoli naturali unici e opportunità per avanzare nella comprensione scientifica dei vulcani.