L’introduzione dei vaccini contro il papillomavirus umano (HPV) ha rivoluzionato la prevenzione di diverse malattie oncologiche, tra cui il cancro cervicale. Dal 2006, con l’approvazione del primo vaccino Gardasil da parte della FDA, numerosi paesi hanno integrato questi vaccini nei propri programmi di immunizzazione. Ma a quasi vent’anni di distanza, quanto siamo vicini all’eliminazione del cancro cervicale?
Cos’è l’HPV e perché è pericoloso?
L’HPV è un gruppo di virus appartenenti alla famiglia Papillomaviridae, trasmesso principalmente attraverso contatti intimi pelle a pelle, inclusi rapporti vaginali, anali e orali. È l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa al mondo: la maggior parte delle persone sessualmente attive la contrae almeno una volta nella vita.
Sebbene molti ceppi di HPV siano innocui, alcuni sono definiti “ad alto rischio” poiché associati a diversi tipi di tumori, tra cui quelli cervicali, anali, vaginali e della testa e del collo. HPV 16 e HPV 18, in particolare, sono responsabili di circa il 70% dei casi di cancro cervicale.
Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus spontaneamente entro due anni. Tuttavia, alcune infezioni persistono, causando danni cellulari irreversibili che possono evolvere in lesioni precancerose e, successivamente, in tumore. Questo processo può richiedere tra i 10 e i 20 anni.
Nel 2022, il cancro cervicale ha causato circa 350.000 decessi a livello globale. Questi dati evidenziano l’importanza della prevenzione, che include sia la vaccinazione che lo screening periodico tramite Pap test e HPV test.
Come funzionano i vaccini contro l’HPV?
I vaccini HPV prevengono le infezioni da ceppi ad alto rischio, riducendo drasticamente la possibilità di sviluppare tumori correlati. Funzionano stimolando il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici, pronti a neutralizzare il virus prima che possa causare un’infezione cronica.
Questi vaccini contengono particelle virali non infettive della proteina L1, che costituisce il guscio esterno del virus. Poiché non contengono materiale genetico virale, non possono causare infezioni da HPV.
Attualmente, i vaccini disponibili includono:
- Cervarix, efficace contro HPV 16 e 18
- Gardasil, che protegge da HPV 6, 11, 16 e 18
- Gardasil 9, che estende la protezione a nove ceppi oncogeni
L’immunizzazione completa prevede due o tre dosi, a seconda dell’età di somministrazione. Recenti studi indicano che una singola dose potrebbe essere sufficiente per garantire un’immunità duratura.
Quali risultati hanno prodotto i vaccini HPV?
L’impatto dei vaccini HPV è stato straordinario, con una riduzione drastica dei tumori correlati al virus.
Nel 2024, Public Health Scotland ha riportato zero casi di cancro cervicale nelle donne completamente vaccinate dal 2008. Uno studio pubblicato in Inghilterra ha previsto che il paese potrebbe eliminare il cancro cervicale entro il 2040, abbassando l’incidenza a meno di 4 casi ogni 100.000 persone.
Negli Stati Uniti, la mortalità per cancro cervicale tra le donne sotto i 25 anni è crollata: tra il 1992 e il 1994 si registravano 55 decessi, mentre tra il 2019 e il 2021 il numero si è ridotto a 13. Sebbene anche altri fattori abbiano contribuito a questa diminuzione, i vaccini HPV sono considerati il principale motore di questo cambiamento.
Tuttavia, l’accesso alla vaccinazione è ancora un problema globale. Nel 2023, solo il 27% delle ragazze tra i 9 e i 14 anni aveva ricevuto la prima dose, ben al di sotto dell’obiettivo del 90% fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il 2030.
Ciononostante, i progressi sono evidenti: nel 2022, la copertura globale era solo del 20%, quindi l’aumento del 7% in due anni è un segnale positivo. Se questa tendenza continuerà, il traguardo dell’OMS potrebbe essere raggiunto. Tuttavia, è fondamentale che gli sforzi si concentrino sui paesi a più alto rischio, dove il cancro cervicale rappresenta ancora una causa di morte significativa.
Il futuro dei vaccini HPV: dalla prevenzione alla terapia
Oltre alla prevenzione, i ricercatori stanno esplorando l’uso dei vaccini HPV come trattamento per lesioni precancerose, offrendo un’alternativa meno invasiva rispetto alla chirurgia tradizionale.
Uno studio recente ha testato un vaccino terapeutico sperimentale, Vvax001, progettato per indurre la regressione della neoplasia intraepiteliale cervicale di grado 3 (CIN3), una condizione precancerosa che può evolvere in tumore nel 30% dei casi.
Nel trial clinico, su 18 pazienti trattati con Vvax001, 9 hanno mostrato una regressione delle lesioni e, in 3 casi, la guarigione è stata completa. Questi risultati sono incoraggianti e suggeriscono che un numero significativo di donne potrebbe evitare la chirurgia e le sue possibili complicanze.
Secondo il dottor Refika Yigit, autore principale dello studio:
“Se i nostri risultati saranno confermati in trial più ampi, almeno la metà dei pazienti con CIN3 potrebbe evitare l’intervento chirurgico e i suoi effetti collaterali.”
Questo rappresenterebbe un cambiamento epocale nella gestione delle lesioni precancerose, riducendo l’impatto psicologico e fisico sui pazienti.
Conclusione
I vaccini contro l’HPV hanno dimostrato di essere un’arma efficace nella lotta contro il cancro cervicale e altre neoplasie correlate. Sebbene la copertura vaccinale globale debba ancora migliorare, i dati indicano che siamo sulla strada giusta per eliminare questa malattia nei prossimi decenni.
L’innovazione nella ricerca medica sta ora esplorando l’uso dei vaccini non solo come prevenzione, ma anche come trattamento, aprendo nuove prospettive per la salute pubblica globale.