Tahlequah, l’orca che ha commosso il mondo nel 2018 trasportando per 17 giorni il corpo senza vita del suo cucciolo, torna al centro dell’attenzione. Secondo quanto riferito dal Center for Whale Research, Tahlequah ha perso un altro piccolo ed è stata avvistata mentre spingeva il corpo senza vita del neonato al largo delle coste dello Stato di Washington, negli Stati Uniti.
Un lutto senza confini: il simbolo di una perdita
Le orche, note per il loro profondo legame con la famiglia, talvolta trasportano i piccoli deceduti per giorni, ma Tahlequah, nel 2018, aveva superato ogni aspettativa, stabilendo un vero e proprio “record” nel comportamento di questa specie. Questa madre aveva spinto il corpo del suo cucciolo morto per centinaia di chilometri, attirando l’attenzione degli scienziati e suscitando una profonda empatia nell’opinione pubblica globale.
Una perdita devastante per una specie a rischio
Il Center for Whale Research ha sottolineato che la perdita di ogni neonato rappresenta una ferita immensa per le orche residenti meridionali, una popolazione già classificata come in pericolo critico sia dal Canada che dagli Stati Uniti. Tuttavia, nel caso di Tahlequah, questa morte appare ancora più dolorosa, considerando che la madre ha già perso due dei suoi quattro cuccioli documentati, entrambi femmine.
L’ultima tragedia si inserisce in un quadro preoccupante: le orche residenti meridionali sono dipendenti quasi esclusivamente dal salmone Chinook, una specie che ha registrato un forte calo negli ultimi anni. La scarsità di cibo ha reso difficile la riproduzione e la sopravvivenza dei nuovi nati, un fenomeno strettamente legato alla nutrizione e all’accesso a questa risorsa fondamentale, come evidenziato dagli studi dell’Università di Washington.
Il legame tra nutrizione e fallimenti riproduttivi
L’ecosistema in cui vivono queste orche è fortemente compromesso. La diminuzione delle popolazioni di salmone Chinook, causata dall’inquinamento, dalla pesca intensiva e dalla perdita degli habitat naturali, ha portato a un calo drastico nella capacità di sopravvivenza dei cuccioli. Questo fenomeno non riguarda solo Tahlequah, ma rappresenta una minaccia per l’intera popolazione delle orche residenti meridionali, che si muovono abitualmente per circa 120 chilometri al giorno in cerca di cibo.
Un avvistamento che scuote le coscienze
Il tragico episodio di Tahlequah, avvistata per la prima volta con il suo cucciolo morto nel 2018 vicino alle coste di Victoria, nella Columbia Britannica, aveva spinto molti a riflettere sul rapporto tra esseri umani e natura. Anche questa volta, l’immagine della madre che non vuole abbandonare il corpo del piccolo è un richiamo urgente all’importanza della conservazione ambientale e alla necessità di proteggere le specie minacciate, specialmente quelle come le orche residenti meridionali, che svolgono un ruolo essenziale negli equilibri degli ecosistemi marini.
Le acque fredde che circondano la costa occidentale del Nord America sono il cuore pulsante di una biodiversità unica. Tuttavia, la sopravvivenza di specie come le orche dipende in gran parte dalle azioni umane. La storia di Tahlequah continua a essere un simbolo potente, ricordandoci che ogni perdita, per quanto piccola, rappresenta una sconfitta per l’intero pianeta.