Un’importante scoperta paleontologica in Inghilterra ha portato alla luce una “autostrada” di dinosauri, risalente a circa 166 milioni di anni fa. Le tracce, rinvenute in una cava di calcare dell’Oxfordshire, includono oltre 200 impronte lasciate da diverse specie di dinosauri, tra cui erbivori e almeno un carnivoro. Questa scoperta rappresenta una finestra unica sulla vita dei dinosauri durante il Giurassico medio.
Le impronte e i dinosauri dell’Oxfordshire
Le analisi iniziali indicano che almeno quattro serie di impronte appartengono a Cetiosaurus, un sauropode erbivoro dal lungo collo che poteva raggiungere una lunghezza di 18 metri. Tra le tracce si distinguono anche quelle di Megalosaurus, un predatore lungo circa 9 metri. Le impronte mostrano che molti dinosauri si muovevano verso nord, probabilmente seguendo antiche coste. Alcuni segni rivelano un incrocio tra le tracce di erbivori e quelle del carnivoro, suggerendo possibili interazioni, come il predatore che seguiva le mandrie di erbivori.
Un ambiente favorevole per i sauropodi
L’area si è dimostrata un habitat ricco per i dinosauri sauropodi. Infatti, già nel 1824, furono ritrovate le prime ossa di Megalosaurus a soli 24 chilometri dal sito attuale. Successivamente, nel 1997, impronte simili furono scoperte in una cava vicina. Gli esperti ipotizzano che tutti questi siti facciano parte di un’unica vasta area frequentata dai dinosauri.
Secondo il paleontologo Richard J. Butler, le tracce documentano il comportamento di grandi mandrie di sauropodi in continuo movimento alla ricerca di cibo. Le pianure fangose dove si trovano le impronte erano prive di vegetazione, il che porta a ipotizzare che gli erbivori fossero diretti verso zone più ricche di piante.
Documentazione e tecnologie moderne
Per evitare che le nuove impronte subiscano il destino di quelle scoperte negli anni ’90, oggi in gran parte inaccessibili, gli scienziati hanno adottato tecnologie all’avanguardia per documentarle. Sono state scattate oltre 20.000 immagini digitali e utilizzati droni per creare modelli tridimensionali delle tracce. Questi dati permetteranno di studiare dettagli come dimensioni, velocità e passo dei dinosauri.
La qualità eccezionale delle impronte ha permesso di osservare persino come il fango si deformava sotto il peso dei dinosauri. Secondo Duncan Murdock, del museo di Oxford, questi dettagli consentiranno di ricostruire con grande precisione l’ambiente lagunare in cui i dinosauri vivevano. Oltre alle impronte, sono stati ritrovati fossili di tane, conchiglie e piante, che arricchiscono ulteriormente la comprensione di quell’ecosistema preistorico.
Questa scoperta non solo illumina il passato remoto della Terra, ma rappresenta anche un contributo fondamentale alla paleontologia, gettando nuova luce su come questi giganti del passato si muovevano e interagivano nel loro ambiente naturale.