Un team di ricercatori ha individuato un nuovo e affascinante gruppo di microrganismi che popolano il nostro intestino, la bocca e persino le feci. Questi minuscoli frammenti di RNA, ribattezzati obelischi, potrebbero avere un ruolo ancora sconosciuto nel microbioma umano. Lo studio, pubblicato recentemente sulla rivista Cell, solleva molte domande sulla loro origine, funzione ed eventuale impatto sulla salute.
Obelischi e viroidi: una nuova categoria di RNA?
Nonostante la loro recente scoperta, gli obelischi rimangono un enigma per gli scienziati. Ivan Zheludev, biochimico dell’Università di Stanford e primo autore della ricerca, ha ipotizzato che questi elementi possano essere simili ai viroidi, particolari agenti infettivi già noti nel mondo vegetale. I viroidi, infatti, sono frammenti di RNA circolari che si replicano autonomamente nelle piante, senza bisogno di un virus ospite.
Nel regno animale e umano, l’unico elemento vagamente simile è il virus dell’epatite D, un patogeno che necessita di un virus aiutante per infettare le cellule. Gli obelischi condividono alcune caratteristiche con questi microrganismi, ma il loro ruolo e il loro metodo di replicazione restano ancora ignoti.
Una diffusione globale nel corpo umano
I dati analizzati da Zheludev e dal suo team provengono da studi precedenti su campioni biologici di individui di diverse parti del mondo. Gli obelischi sono stati individuati nel microbioma intestinale, nel cavo orale e nei residui fecali di molte persone, suggerendo che la loro presenza potrebbe essere diffusa a livello globale.
Un’ulteriore scoperta interessante riguarda la loro associazione con un batterio specifico: lo Streptococcus sanguinis, che abita il sistema dentale umano. In alcuni ceppi di questo batterio è stato rilevato RNA appartenente agli obelischi, mentre in altri era completamente assente. Questo suggerisce che gli obelischi potrebbero colonizzare solo determinati batteri, oppure che la loro diffusione segua schemi ancora ignoti.
Secondo i ricercatori, gli obelischi potrebbero trovarsi anche in altre nicchie biologiche e non necessariamente solo nei batteri. Il loro habitat e la loro capacità di sopravvivenza rimangono ancora oggetto di studio.
Un pericolo o una risorsa per la salute umana?
Gli scienziati non hanno ancora determinato se gli obelischi siano benefici, dannosi o semplicemente neutri per il nostro organismo. Una delle ipotesi avanzate è che possano avere un ruolo protettivo, soprattutto nelle popolazioni batteriche del cavo orale. Tuttavia, questa teoria necessita di ulteriori conferme sperimentali.
Zheludev sottolinea che saranno necessari studi approfonditi per comprendere eventuali legami tra la presenza di obelischi e la salute umana. Nel loro articolo, i ricercatori pongono alcune domande chiave:
- Gli obelischi influenzano l’organismo ospite?
- Sono più simili a elementi patogeni o a simbionti benefici?
- La loro presenza è collegata a stati di malattia o di benessere?
La risposta a questi quesiti potrebbe fornire nuove prospettive sulla biologia del microbioma umano.
Un mistero ancora da risolvere
Questa scoperta è solo l’inizio di un percorso che potrebbe rivelare informazioni cruciali sulla struttura della vita stessa. Al momento, non è chiaro come gli obelischi si propaghino: potrebbero auto-replicarsi oppure, come nel caso dell’epatite D, necessitare di un virus aiutante per diffondersi.
Un’altra incognita riguarda la loro classificazione biologica. Gli strumenti filogenetici attualmente disponibili faticano a collocarli all’interno di categorie note, poiché la loro struttura non segue le convenzioni genetiche tradizionali. Secondo Zheludev, la disposizione dei loro genomi viola molte delle assunzioni su cui si basano gli attuali modelli di classificazione dell’RNA.
Indagare sugli obelischi potrebbe aprire nuovi orizzonti scientifici, portando a una maggiore comprensione dei meccanismi biologici fondamentali. Se questi frammenti di RNA sono presenti in così tanti individui, potrebbe significare che il loro ruolo è molto più importante di quanto attualmente supposto.