Marte, oggi un deserto arido e inospitale, un tempo ospitava fiumi e laghi, prima che il suo clima cambiasse radicalmente circa 3 miliardi di anni fa. Nuove ricerche hanno portato alla scoperta di antiche tracce geologiche lasciate dall’acqua nella regione del cratere Gale, rivelando la presenza di increspature ondulate sulla superficie marziana.
Uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances ha esaminato questi segni, giungendo alla conclusione che si tratta di formazioni risalenti a 3,7 miliardi di anni fa, generate da onde su laghi aperti, privi di copertura ghiacciata. Questa scoperta suggerisce che, all’epoca, Marte aveva un clima abbastanza caldo e un’atmosfera sufficientemente densa per mantenere corpi d’acqua liquida e scoperta.
L’importanza della scoperta
Secondo John Grotzinger, professore di geologia al Caltech e autore principale dello studio, la scoperta delle increspature ondulate rappresenta un passo avanti fondamentale per comprendere il paleoclima marziano. “Abbiamo cercato queste caratteristiche sin dal 2004, quando i lander Opportunity e Spirit hanno iniziato le loro missioni”, ha dichiarato il ricercatore.
L’individuazione delle increspature
Le prime osservazioni delle increspature risalgono al 2022, quando il rover Curiosity della NASA stava attraversando il cratere Gale, un bacino d’impatto di 154 km di diametro, che un tempo conteneva fiumi e laghi.
I ricercatori hanno individuato queste formazioni in due punti distinti:
- L’affioramento Prow, una zona che in passato ospitava dune modellate dal vento.
- La Amapari Marker Band (AMB), uno strato roccioso associato a un lago profondo circa 2 metri.
Questi due gruppi di increspature si sono formati in epoche diverse, suggerendo che condizioni atmosferiche favorevoli alla presenza di acqua liquida siano esistite in più fasi della storia di Marte.
Le increspature confermano l’esistenza di laghi poco profondi
Attraverso modelli computerizzati, gli scienziati hanno analizzato le dimensioni delle increspature per determinarne l’origine. Le onde che le hanno generate erano alte appena 6 millimetri, con una distanza media tra loro di 4-5 centimetri. Queste caratteristiche indicano la presenza di piccole onde superficiali in un lago poco profondo, con una profondità massima di circa 2 metri.
I dati raccolti suggeriscono che queste increspature siano state modellate dal vento che soffiava sulla superficie dell’acqua aperta, escludendo quindi l’ipotesi di laghi completamente ghiacciati.
Un confronto con scoperte precedenti
Le missioni precedenti avevano già trovato segni di antiche acque scorrenti, ma non era mai stato accertato se queste si fossero raccolte in bacini estesi.
- Nel 2004, il rover Opportunity aveva individuato increspature causate da flussi d’acqua, ma non era chiaro se si trattasse di laghi o semplici corsi d’acqua temporanei.
- Nel 2014, Curiosity ha confermato la presenza di laghi di lunga durata.
- Oggi, 10 anni dopo, il rover ha fornito prove inequivocabili che questi bacini non erano ghiacciati, rivelando nuovi dettagli sul clima marziano primordiale.
Perché Marte si è asciugato?
Lo studio delle increspature di AMB e Prow ha permesso di ricostruire una parte ancora poco conosciuta della storia climatica di Marte. Tuttavia, gli scienziati non hanno ancora una risposta definitiva su come e quando il pianeta abbia perso la sua acqua.
Miliardi di anni fa, Marte era più caldo di oggi, con temperature ben superiori alla media attuale di -65 °C. Durante il periodo Noachiano (circa 4,1 – 3,5 miliardi di anni fa), il pianeta poteva essere abitabile, con piogge e fenomeni di erosione.
L’ipotesi più accreditata è che il vento solare abbia progressivamente distrutto l’atmosfera di Marte, disperdendo grandi quantità di anidride carbonica e rendendo l’aria sempre più sottile. Questo ha portato a un abbassamento delle temperature e alla perdita progressiva dell’acqua liquida.
Uno studio pubblicato nel 2024 su Nature Geoscience ha avanzato una nuova teoria: la transizione climatica di Marte non è stata improvvisa, ma ha attraversato sette fasi di cambiamento. Ciò significa che il pianeta potrebbe aver avuto periodi intermittenti di clima più umido anche dopo 3 miliardi di anni fa.
Le implicazioni per la ricerca della vita su Marte
Nonostante i progressi della ricerca, rimangono ancora molti misteri legati al passato di Marte. Comprendere se il pianeta abbia mai ospitato forme di vita è una delle domande principali che gli scienziati cercano di risolvere.
Le prove di antichi laghi privi di ghiaccio rafforzano l’ipotesi che in passato Marte fosse un ambiente potenzialmente abitabile. Le missioni future, come il programma Mars Sample Return, potranno fornire dati ancora più dettagliati e aiutare a rispondere a una delle domande più affascinanti dell’esplorazione spaziale: Marte ha mai ospitato la vita?