Negli Stati Uniti, si è registrato il primo decesso umano legato al virus dell’influenza aviaria H5N1, una notizia che arriva dalla Louisiana e che ha attirato l’attenzione degli esperti di salute pubblica. La persona, colpita dall’infezione a dicembre 2024, è deceduta dopo aver manifestato gravi sintomi respiratori. Questo caso rappresenta una pietra miliare nella sorveglianza sanitaria americana, evidenziando il potenziale pericoloso di questo virus.
Dettagli sul caso
Il Dipartimento della Salute della Louisiana (LDH) ha confermato che la vittima, una persona di età superiore ai 65 anni con condizioni di salute preesistenti, ha contratto il virus presumibilmente entrando in contatto con uccelli infetti o morti nel proprio giardino. Ricoverata in ospedale nel mese di dicembre, la vittima ha subito un peggioramento delle condizioni fino al decesso, annunciato ufficialmente il 6 gennaio 2025.
L’LDH ha inoltre chiarito che non sono stati identificati altri casi di H5N1 nello stato e non vi sono prove di trasmissione del virus da persona a persona. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno ribadito che, al momento, il rischio per la popolazione generale rimane basso, sottolineando l’assenza di segnali che il virus sia diventato facilmente trasmissibile tra esseri umani.
Il quadro generale negli Stati Uniti
Secondo i dati forniti dal CDC, 66 persone negli Stati Uniti sono risultate positive al virus H5N1. Tuttavia, la maggior parte di questi casi ha riportato sintomi lievi, come arrossamenti oculari o disturbi respiratori moderati. Questi individui, in gran parte, lavoravano a stretto contatto con pollame o altri animali potenzialmente infetti, tra cui mucche da latte, che rappresentano un vettore secondario di diffusione.
Il virus H5N1, noto per la sua alta mortalità tra gli uccelli, ha causato la morte di milioni di esemplari sia domestici che selvatici in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, il virus circola attivamente da quasi un anno, particolarmente tra il bestiame e gli uccelli migratori. Questo contesto ha portato gli esperti a intensificare la sorveglianza sanitaria per monitorare eventuali mutazioni del virus.
Le caratteristiche del virus e i rischi evolutivi
L’analisi genetica dei campioni prelevati dalla persona deceduta in Louisiana ha identificato un particolare genotipo, chiamato D1.1, che si è rivelato simile ai ceppi trovati di recente tra gli uccelli selvatici. Tuttavia, questo genotipo si distingue chiaramente dalla versione del virus che si sta diffondendo tra gli animali da allevamento negli Stati Uniti.
Gli scienziati hanno individuato alcune modifiche genetiche che potrebbero aumentare la capacità del virus di infettare le cellule delle vie aeree superiori degli esseri umani. Nonostante gli esseri umani manchino di recettori specifici per la maggior parte dei virus dell’influenza aviaria, queste mutazioni rappresentano un campanello d’allarme. Il CDC ha spiegato che tali modifiche genetiche potrebbero essersi sviluppate durante l’infezione umana, dimostrando che ogni contagio rappresenta un’opportunità per il virus di evolversi e potenzialmente adattarsi meglio all’uomo.
Un confronto con i casi internazionali
Un’analoga mutazione del virus era già stata osservata in un caso registrato in Canada nel novembre 2024, quando una persona si era ammalata gravemente di H5N1. Questo parallelo evidenzia come il virus stia cercando nuovi modi per adattarsi agli esseri umani, un fenomeno che richiede una costante attenzione da parte delle autorità sanitarie globali.
La comunità scientifica sottolinea che, sebbene i casi umani siano estremamente rari, il monitoraggio dei virus influenzali di origine animale è fondamentale per prevenire eventuali epidemie o pandemie future.