Marte, il Pianeta Rosso, è spesso avvolto in un manto di polvere che ricopre la sua superficie e può compromettere gravemente le missioni robotiche e future esplorazioni con equipaggio. Le tempeste di polvere globali, fenomeni imponenti e imprevedibili, rappresentano una minaccia concreta per le apparecchiature, come dimostrato dalla fine del rover Opportunity della NASA nel 2018. Tuttavia, un team di ricercatori dell’Università del Colorado a Boulder sta facendo passi avanti significativi nella comprensione e nella previsione di questi eventi estremi.
L’importanza di comprendere le tempeste marziane
Il meteo marziano è caratterizzato da cicli stagionali che, sebbene simili a quelli terrestri, presentano dinamiche uniche a causa dell’atmosfera sottile del pianeta. Le tempeste di polvere possono coprire intere regioni o, in casi estremi, l’intero pianeta. Questi fenomeni non solo oscurano il suolo, ma riducono anche la luce solare disponibile per i pannelli solari di rover e lander, causando spesso guasti irreversibili.
Heshani Pieris, una studentessa dell’Università del Colorado, ha presentato nel dicembre 2024 alla riunione dell’American Geophysical Union i risultati di uno studio che analizza il comportamento delle tempeste su Marte. “Queste tempeste influiscono in modo significativo sulle missioni attuali e future, sia robotiche che umane,” ha spiegato Pieris, evidenziando che la polvere marziana è particolarmente insidiosa, aderendo a superfici e dispositivi in modo persistente.
Un modello di formazione: la correlazione tra calore e tempeste
Il team di ricercatori ha esaminato un arco temporale di otto anni marziani (equivalenti a circa 15 anni terrestri), utilizzando i dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter. Lo studio ha identificato un modello ricorrente: le tempeste tendono a iniziare ai poli marziani, spostandosi progressivamente verso l’equatore. La chiave sembrerebbe risiedere nelle condizioni atmosferiche calde, che aumentano la temperatura superficiale del pianeta.
Secondo lo studio, un brusco aumento della temperatura è stato collegato a circa il 68% delle grandi tempeste di polvere osservate. Questi periodi di calore intenso sembrano preparare l’atmosfera, rendendola sufficientemente limpida per permettere alla polvere di sollevarsi. Paul Hayne, astrofisico e co-autore dello studio, ha descritto il fenomeno come un processo ciclico: “È quasi come se Marte aspettasse che l’aria diventasse chiara per scatenare una tempesta di polvere.”
Analoghe condizioni terrestri
Anche se le dinamiche marziane differiscono da quelle terrestri, alcune somiglianze con i fenomeni atmosferici della Terra possono aiutare a comprenderle. Ad esempio, nelle calde estati del Colorado, l’aria riscaldata al suolo può salire rapidamente nell’atmosfera, sollevando polvere. Tuttavia, come sottolinea Hayne, la fisica che regola queste tempeste su Marte è ancora in gran parte sconosciuta. “Non comprendiamo appieno i meccanismi fondamentali che portano alla formazione delle tempeste di polvere sulla superficie,” ha spiegato.
Verso la previsione delle tempeste su Marte
Prevedere le tempeste con settimane di anticipo potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui le missioni su Marte vengono pianificate e gestite. I ricercatori stanno ora raccogliendo nuovi dati per affinare i loro modelli meteorologici e determinare con maggiore precisione i fattori scatenanti di questi eventi.
L’obiettivo è ambizioso ma cruciale: sviluppare un sistema di previsione meteorologica per Marte, simile a quelli utilizzati sulla Terra, per anticipare l’insorgere delle tempeste e proteggere i rover e i futuri equipaggi umani.