OpenAI, la celebre azienda che ha sviluppato ChatGPT, sta esplorando un settore innovativo legato alla longevità umana. Secondo un’anticipazione pubblicata dal MIT Technology Review, la società guidata da Sam Altman ha creato un modello linguistico avanzato, denominato GPT-4b micro, in grado di progettare proteine rivoluzionarie. Queste proteine potrebbero trasformare cellule normali in cellule staminali pluripotenti, aprendo nuove possibilità per la rigenerazione cellulare e la creazione di organi umani.
La ricerca è realizzata in collaborazione con Retro Biosciences, una startup californiana che punta ad estendere di almeno 10 anni l’aspettativa di vita umana. Questa partnership rappresenta un perfetto esempio di integrazione tra biologia sintetica e intelligenza artificiale.
Il cuore del progetto è la riprogettazione dei fattori Yamanaka, un gruppo di proteine in grado di riprogrammare cellule adulte, come quelle della pelle, in cellule staminali apparentemente giovani. Il modello GPT-4b micro, attraverso l’analisi avanzata dei dati biologici, suggerisce nuove versioni di queste proteine, rendendo il processo di riprogrammazione cellulare più efficiente e preciso. John Hallman, ricercatore di OpenAI, ha dichiarato che queste proteine sembrano essere più performanti rispetto a quelle attualmente disponibili.
La collaborazione con Retro Biosciences è centrale in questo progetto. La startup, impegnata nello sviluppo di terapie cellulari rigenerative, lavora da un anno con OpenAI per utilizzare tecnologie di machine learning nel campo della biomedicina. Il loro obiettivo è progettare proteine in grado di favorire la rigenerazione dei tessuti e migliorare l’efficacia delle cure personalizzate.
Il nuovo modello sviluppato da OpenAI si distingue dal celebre AlphaFold, creato da Google DeepMind, che ha rivoluzionato la biologia strutturale con la previsione della forma tridimensionale delle proteine. A differenza di AlphaFold, GPT-4b micro non si limita alla previsione delle forme proteiche, ma si concentra sulla loro progettazione funzionale, aprendo nuove possibilità nel campo della medicina rigenerativa.
Questa nuova tecnologia, se confermata, potrebbe avere un impatto straordinario. L’applicazione di proteine riprogrammabili potrebbe non solo contrastare l’invecchiamento cellulare, ma anche favorire la creazione di organi artificiali e il trattamento di patologie oggi considerate incurabili. La convergenza tra intelligenza artificiale e biologia sta così trasformando la Silicon Valley in un laboratorio globale dedicato al miglioramento della qualità e della durata della vita umana.