Fumare è universalmente riconosciuto come una delle principali cause di morte prematura e malattie croniche. Secondo una recente ricerca dell’University College London, pubblicata sulla rivista Addiction, una sola sigaretta potrebbe accorciare la vita di un fumatore di 20 minuti, una stima rivista rispetto ai precedenti 11 minuti calcolati nel famoso studio pubblicato oltre 25 anni fa dal British Medical Journal.
Una revisione delle basi scientifiche
Lo studio originale, sebbene pionieristico, presentava alcune limitazioni significative. Basato esclusivamente sui dati di medici britannici maschi, non poteva rappresentare accuratamente l’intera popolazione. Per superare queste lacune, i ricercatori del nuovo studio hanno utilizzato un ampio set di dati aggiornati, integrando informazioni sul tasso di mortalità maschile dal British Doctors Study e sulla mortalità femminile dal Million Women Study.
L’approccio ha permesso di considerare una varietà di fattori che influenzano la mortalità, come lo stato socioeconomico e il livello di attività fisica. I risultati hanno mostrato che gli uomini fumatori perdono in media 10 anni di vita, mentre le donne fumano circa 11 anni. Questi dati, rapportati al numero medio di sigarette fumate giornalmente, hanno portato alla nuova stima di 20 minuti di vita persi per sigaretta: 17 minuti per gli uomini e 22 minuti per le donne.
Il rischio del fumo: non è solo una questione di numeri
Sebbene il dato di 20 minuti per sigaretta sia impressionante, i ricercatori mettono in guardia contro interpretazioni semplicistiche. Ogni individuo reagisce diversamente agli effetti del fumo, e le statistiche si basano su medie che non tengono conto delle variabili personali, come la frequenza del consumo o la predisposizione genetica alle malattie legate al fumo.
Un aspetto particolarmente rilevante è che non tutte le sigarette fumate hanno lo stesso impatto sulla salute. Tuttavia, ridurre il numero di sigarette giornaliere non è sufficiente per mitigare i danni: i benefici significativi per la salute si ottengono solo con la cessazione totale del fumo.
Il paradosso del fumatore longevo
È inevitabile che storie aneddotiche, come quella del nonno che fumava un pacchetto al giorno e visse fino a 93 anni, alimentino dubbi sull’impatto del fumo. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che tali casi rappresentano eccezioni, non la regola. La maggior parte dei fumatori affronta un rischio concreto di sviluppare gravi malattie come il cancro ai polmoni, le malattie cardiovascolari e altre condizioni debilitanti, spesso con esiti fatali.
La necessità di agire
Lo studio ribadisce un messaggio chiaro: smettere di fumare salva la vita. Il tempo perso a causa del fumo è spesso quello che sarebbe stato vissuto in buona salute. Interrompere il consumo di tabacco, indipendentemente dall’età, aumenta le aspettative di vita e migliora la qualità della stessa.
Secondo i ricercatori, i rischi del fumo sono cumulativi e non lineari. Continuare a fumare, anche se meno frequentemente, non elimina il pericolo per la salute. È necessaria una scelta drastica e definitiva per evitare ulteriori danni.