Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, sta per lanciare una nuova funzionalità negli Stati Uniti chiamata “Community Notes”, un sistema ispirato al modello già adottato da X, la piattaforma di Elon Musk. Questo strumento punta a un controllo decentralizzato dei contenuti, affidandosi alla collaborazione degli utenti per segnalare informazioni false o incomplete. Tuttavia, la novità ha suscitato diverse perplessità, soprattutto per l’esclusione dai controlli dei contenuti sponsorizzati, tra cui pubblicità e post di aziende o influencer.
Come funzioneranno le Community Notes
Secondo quanto riportato da Reuters, inizialmente le Community Notes saranno applicabili solo ai post organici, ossia quelli pubblicati senza scopi commerciali. Saranno quindi esclusi i contenuti a pagamento, come pubblicità o collaborazioni con influencer. Questa scelta potrebbe creare un doppio standard: da un lato, i post degli utenti comuni saranno sottoposti a verifica da parte della comunità, mentre dall’altro, i messaggi promozionali e le sponsorizzazioni sfuggiranno a questo sistema di controllo.
Il Wall Street Journal, che ha anticipato la notizia, sottolinea che l’esclusione di pubblicità e contenuti sponsorizzati potrebbe generare confusione. Sarà difficile distinguere quali informazioni siano sottoposte a verifica e quali no. Inoltre, i personaggi noti per la diffusione di fake news o teorie complottiste potrebbero continuare a diffondere contenuti senza essere penalizzati, soprattutto se legati a campagne a pagamento.
Le implicazioni per aziende e influencer
Secondo il Wall Street Journal, i contenuti sponsorizzati rappresentano una componente fondamentale delle strategie di marketing su Facebook e Instagram. Questi post costituiscono storicamente tra il 25% e il 50% delle campagne pubblicitarie attive sulle piattaforme del gruppo. Gli influencer e i creator, che spesso collaborano con brand per promuovere prodotti o servizi, potrebbero trarre vantaggio dall’esclusione dei loro post a pagamento dalle Community Notes, ma al contempo rischiano di perdere credibilità agli occhi del pubblico.
La decisione di Meta di escludere inizialmente i contenuti promozionali dal nuovo sistema potrebbe inoltre incentivare i brand a spostare l’investimento verso le campagne a pagamento, evitando il rischio di note critiche o segnalazioni che potrebbero penalizzare i post organici.
Le dichiarazioni di Meta e le prospettive future
Un portavoce di Meta, citato da Reuters, ha dichiarato che il lancio delle Community Notes è previsto entro i prossimi due mesi negli Stati Uniti. Ha inoltre sottolineato che l’azienda monitorerà attentamente i risultati del nuovo strumento e apporterà eventuali modifiche nel corso dell’anno. Tuttavia, le modalità esatte di funzionamento del sistema e la possibilità di estenderlo ai contenuti sponsorizzati restano ancora da definire.
L’implementazione di Community Notes potrebbe rappresentare un passo significativo verso una maggiore trasparenza, ma l’esclusione dei post pubblicitari rischia di minare l’efficacia dell’intera iniziativa. La mancata applicazione del sistema ai contenuti promozionali solleva interrogativi sulla reale volontà di Meta di combattere la disinformazione su larga scala.
I rischi di una strategia incompleta
L’approccio scelto da Meta rischia di amplificare le critiche già rivolte alle piattaforme del gruppo per il modo in cui gestiscono le informazioni fuorvianti. Se da un lato l’azienda si impegna a migliorare il controllo sui contenuti organici, dall’altro sembra lasciare troppo spazio ai messaggi sponsorizzati, che rappresentano una fetta consistente dell’attività sociale e commerciale su Facebook e Instagram.
Gli utenti, i brand e i creator si trovano così di fronte a un panorama complesso, in cui le regole appaiono ancora poco chiare. Mentre il nuovo sistema promette maggiore partecipazione comunitaria nel controllo dei contenuti, la sua applicazione limitata potrebbe rivelarsi un boomerang, spingendo aziende e influencer a privilegiare contenuti sponsorizzati per evitare il rischio di critiche pubbliche.
Meta sembra così trovarsi a un bivio: bilanciare la necessità di combattere la disinformazione con le esigenze commerciali delle sue piattaforme.