Valentina Galluzzi, geologa planetaria e prima ricercatrice dell’Inaf, ha seguito da vicino il recente e spettacolare sorvolo di BepiColombo su Mercurio, contribuendo in prima persona alle strategie scientifiche che guidano la missione. L’8 gennaio 2025, la sonda spaziale ha effettuato il suo sesto flyby del pianeta, avvicinandosi a soli 295 chilometri dalla superficie e regalando immagini e dati di straordinaria importanza.
Il sorvolo e l’esperienza nella control room
Durante questo passaggio ravvicinato, BepiColombo ha attraversato il lato buio e freddo di Mercurio per poi sorvolare il polo nord, illuminando la superficie con una luce nuova e rivelando dettagli inediti. Le immagini catturate dalle M-Cam, le telecamere di monitoraggio del modulo Mercury Transfer Module (Mtm), hanno offerto uno spettacolo unico. Valentina Galluzzi, presente nella control room dello European Space Operations Centre (Esoc) di Darmstadt, ha vissuto intensamente l’evento.
Secondo Galluzzi, il momento più emozionante è stato osservare il polo nord di Mercurio, mai ripreso prima d’ora da BepiColombo. Questa regione, dove il terminatore – la linea tra giorno e notte – crea giochi di luce e ombra, ha rivelato crateri spettacolari e aree in ombra permanente, probabili depositi di ghiaccio. “Sapevamo già cosa aspettarci grazie alle simulazioni effettuate, ma vedere queste immagini in tempo reale ha superato ogni previsione”, ha dichiarato Galluzzi.
Le immagini del flyby e i segreti della superficie di Mercurio
Tra le oltre 60 immagini scattate durante il flyby, una delle più impressionanti è quella del polo nord, dove la luce radente evidenzia crateri profondi e zone permanentemente in ombra. Queste aree, che sfuggono alla luce solare, sono oggetto di studio per verificare la presenza di ghiaccio, un elemento chiave per comprendere la storia geologica e termica del pianeta.
Un’altra immagine straordinaria mostra il vasto bacino di Caloris, il più grande cratere da impatto di Mercurio, con un diametro superiore a 1500 chilometri. Questo bacino, formatosi miliardi di anni fa, testimonia gli effetti devastanti di antichi impatti che hanno modellato la superficie del pianeta. Intorno al cratere si osservano depressioni lineari e flussi di lava che potrebbero svelare informazioni sulla direzione dei movimenti vulcanici e sulla struttura interna di Mercurio.
Tra i dettagli affascinanti, emerge anche il cratere Mendelssohn, circondato da ampie pianure lisce interrotte solo da pochi crateri più recenti. Questo contrasto tra superfici antiche e nuove permette di studiare la continua evoluzione del pianeta, caratterizzata da processi dinamici ancora poco compresi.
L’importanza di Simbio-Sys e gli strumenti italiani
Galluzzi, in qualità di Co-Investigator dello strumento Simbio-Sys, ha un ruolo fondamentale nella definizione delle strategie osservative della missione. Questo sofisticato strumento italiano, sviluppato sotto la guida dell’Inaf Osservatorio di Padova, sarà cruciale per la raccolta di immagini ad alta risoluzione e per la cartografia geologica dettagliata di Mercurio una volta che BepiColombo entrerà in orbita stabile nel 2026.
Attualmente, Simbio-Sys non è in grado di scattare immagini durante la fase di crociera, essendo chiuso tra i moduli Mtm e Mpo. Tuttavia, Galluzzi ha sottolineato che lo strumento è stato testato con successo e che i dati finora raccolti sono promettenti. Gli altri strumenti italiani a bordo, come Isa e Serena, hanno anch’essi contribuito con misurazioni preziose durante il flyby.
Gli hollows: cavità misteriose di Mercurio
Uno dei temi di studio più intriganti riguarda gli hollows, caratteristiche geologiche uniche di Mercurio. Queste cavità luminose, che appaiono fresche e di formazione recente, rappresentano una delle sfide principali della missione. Uno studio recente guidato dall’Inaf, con Barbara De Toffoli come autrice principale, ha aggiornato il database globale degli hollows, fornendo una mappa dettagliata e nuovi dati stratigrafici.
Secondo Galluzzi, gli hollows sono tra le caratteristiche più dinamiche di Mercurio, con una durata geologica effimera che rende difficile stabilirne l’origine precisa. Il nuovo database sarà essenziale per la programmazione delle osservazioni di Simbio-Sys, che cercherà di chiarire i meccanismi che portano alla loro formazione.
I prossimi passi della missione BepiColombo
Con questo sesto flyby, BepiColombo si avvicina sempre di più alla sua fase operativa. La separazione del modulo Mtm, prevista per il 2026, segnerà l’inizio dell’osservazione diretta di Mercurio da parte dei due orbiter della missione: il Mercury Planetary Orbiter dell’Esa e il Mercury Magnetospheric Orbiter della Jaxa. La combinazione di strumenti avanzati, tra cui Simbio-Sys, promette di rivoluzionare la nostra conoscenza del pianeta più vicino al Sole, rivelandone i segreti ancora nascosti.