Un recente studio condotto sui denti fossilizzati degli Australopithecus africanus, uno dei primi antenati umani, ha rivelato che la loro alimentazione era prevalentemente vegetariana. Questa scoperta, pubblicata il 17 gennaio sulla rivista Science, suggerisce che la transizione verso una dieta ricca di carne potrebbe essere avvenuta molto più tardi nella linea evolutiva umana, con specie successive come l’Homo.
Gli Australopithecus africanus, vissuti più di 3 milioni di anni fa, erano primati bipedi che abitavano le savane del Sudafrica. Grazie all’analisi della composizione chimica dello smalto dentale di sette individui provenienti dalle grotte di Sterkfontein, i ricercatori hanno ottenuto nuove informazioni sulle loro abitudini alimentari e sull’ecosistema in cui vivevano. Lo studio, guidato dalla geochimica Tina Lüdecke del Max Planck Institute for Chemistry a Mainz, ha rivelato che questi ominidi seguivano una dieta flessibile, ma povera di carne.
La composizione chimica dei denti e le abitudini alimentari
I denti fossilizzati degli Australopithecus africanus hanno fornito indizi preziosi grazie alla presenza di minuscoli frammenti organici intrappolati nello smalto. Questi frammenti contengono azoto, un elemento chiave per comprendere la dieta di un organismo. In particolare, il rapporto tra due isotopi di azoto (azoto-14 e azoto-15) può indicare la quantità relativa di carne consumata.
I risultati mostrano che, rispetto ad altri mammiferi estinti dello stesso periodo e ai moderni animali africani, gli Australopithecus africanus non avevano una dieta particolarmente ricca di carne. Sebbene potessero occasionalmente consumare proteine animali, la loro alimentazione era dominata da frutta, foglie e altri vegetali. Questo contrasta con l’ipotesi secondo cui il consumo regolare di carne avrebbe avuto un ruolo precoce nell’evoluzione delle capacità cognitive umane.
La transizione alimentare e l’evoluzione umana
Secondo Lüdecke, il passaggio da una dieta vegetariana a una dieta ricca di alimenti ad alto contenuto proteico, come la carne, è stato un fattore cruciale nell’evoluzione umana. Cibi di alta qualità energetica hanno probabilmente favorito lo sviluppo dei grandi cervelli caratteristici del genere Homo. Tuttavia, questa transizione sembra essere avvenuta molto dopo il periodo in cui vivevano gli Australopithecus africanus.
Le caratteristiche anatomiche di questi ominidi, come i musi più corti e l’adattamento al bipedalismo, potrebbero essere state sufficienti per prosperare negli ecosistemi di savana senza la necessità di una dieta basata sul consumo regolare di carne. Gli adattamenti comportamentali e fisiologici che hanno accompagnato il cambiamento nella dieta, quindi, potrebbero essere comparsi più tardi nella storia evolutiva umana.
Termiti: una fonte proteica alternativa?
Un aspetto interessante dello studio riguarda la possibilità che gli Australopithecus africanus facessero uso di alimenti alternativi ad alto contenuto proteico, come le termiti. Questi insetti, ancora oggi consumati da molte specie di scimmie, rappresentano una fonte di energia affidabile e facilmente accessibile. Le termiti contengono quantità relativamente basse dell’isotopo di azoto che caratterizza la carne di mammifero, il che potrebbe spiegare perché non emergono chiaramente nei dati chimici analizzati.
Prospettive future: verso una comprensione più profonda
L’approccio innovativo adottato nello studio, basato sull’analisi chimica dei denti fossilizzati, apre la strada a ulteriori ricerche. Lüdecke e il suo team prevedono di applicare questi metodi a fossili di altre specie umane, come l’Homo habilis e l’Homo erectus, per tracciare l’evoluzione delle abitudini alimentari nel corso di milioni di anni. Questo potrebbe aiutare a comprendere meglio il ruolo del consumo di carne nello sviluppo delle capacità cognitive e nell’adattamento a nuovi ambienti.
Le grotte di Sterkfontein, note per i loro straordinari reperti fossili, continuano a offrire preziose testimonianze sul passato remoto dell’umanità, rivelando dettagli cruciali sull’interazione tra alimentazione, ambiente e evoluzione.