L’Indice di Massa Corporea (IMC), utilizzato da decenni come indicatore per diagnosticare l’obesità, potrebbe non essere più considerato un parametro affidabile per valutare la salute individuale. Questa proposta è stata avanzata da un gruppo internazionale di 58 esperti e pubblicata sul prestigioso giornale medico britannico The Lancet. Secondo la commissione, i medici dovrebbero focalizzarsi su un nuovo approccio che valuti l’impatto del grasso corporeo in eccesso sugli organi e sui tessuti, una misurazione nota come adiposità.
L’IMC: un metodo troppo semplicistico
L’IMC, introdotto per la prima volta nella seconda metà del XIX secolo, è un calcolo che mette in relazione il peso di un individuo con la sua altezza. Sebbene appaia semplice e pratico, la commissione Lancet Diabetes & Endocrinology sottolinea come questo metodo sia ormai considerato obsoleto, incapace di fornire una fotografia accurata della salute individuale. L’IMC può infatti sottostimare o sovrastimare l’obesità, ignorando variabili cruciali come la distribuzione del grasso corporeo, la massa muscolare e le differenze biologiche tra i vari gruppi etnici, sessi e fasce d’età.
Nel loro rapporto, gli esperti evidenziano che un uso eccessivo dell’IMC può distorcere le diagnosi e rendere meno efficace la gestione delle patologie legate al peso. “Le attuali misurazioni basate sull’IMC non riescono a catturare pienamente i rischi per la salute associati al grasso corporeo e possono portare a diagnosi errate o incomplete,” affermano gli autori dello studio.
Obesità clinica e preclinica: una nuova classificazione
Uno degli elementi centrali del rapporto è la proposta di distinguere tra obesità preclinica e obesità clinica. Questa distinzione si basa sulla capacità degli organi di funzionare normalmente nonostante un eccesso di grasso corporeo. Nel caso dell’obesità preclinica, il paziente potrebbe non mostrare alcun sintomo evidente o patologia correlata, mentre l’obesità clinica si manifesta quando l’accumulo di grasso inizia a compromettere il funzionamento degli organi o dei tessuti.
Questo approccio più dettagliato, sostengono gli esperti, permetterebbe di adottare terapie più personalizzate e di evitare diagnosi allarmistiche o eccessivamente semplicistiche basate solo sull’IMC.
Il parere della comunità medica internazionale
La necessità di superare i limiti dell’IMC non è una novità. Già nel 2023, l’American Medical Association (AMA) aveva pubblicato un rapporto critico sull’uso dell’indice come unica misura per valutare il grasso corporeo. In quel documento, l’AMA aveva sottolineato che l’IMC non considera le differenze strutturali tra i vari gruppi di popolazione, portando a interpretazioni erronee in base al sesso, all’età o all’etnia.
Alison Brown, direttrice di un programma presso il National Heart, Lung, and Blood Institute degli Stati Uniti, concorda sull’idea di ridimensionare l’importanza dell’IMC. Tuttavia, sostiene che potrebbe rimanere utile come strumento statistico per analizzare i rischi di salute su larga scala, ad esempio per studi epidemiologici. Brown osserva anche come sia fondamentale educare il pubblico e i professionisti della salute sui limiti di questo parametro.
I limiti più evidenti dell’IMC
Uno dei problemi principali dell’IMC è che non distingue tra peso derivante da grasso corporeo e peso legato alla massa muscolare. Un esempio classico è rappresentato dagli atleti professionisti, che spesso risultano sovrappeso o obesi secondo l’IMC a causa della loro elevata massa muscolare, nonostante siano in ottima salute. Allo stesso modo, una persona con un IMC “normale” potrebbe avere un elevato rischio di sviluppare patologie metaboliche, come il diabete di tipo 2, a causa di una distribuzione non sana del grasso corporeo.
Questa imprecisione rende l’IMC un parametro potenzialmente fuorviante per molti individui. Diagnosi errate possono portare a trattamenti non necessari o, al contrario, a trascurare condizioni che richiedono interventi medici.
Un approccio scientifico in evoluzione
L’evoluzione della ricerca scientifica nel campo della nutrizione e della salute ha portato a rivalutare molte delle raccomandazioni tradizionali, inclusa quella dell’IMC. Alison Brown sottolinea che, anche se questi cambiamenti possono generare confusione nel pubblico, sono il risultato di progressi significativi nella comprensione dei fattori che influenzano la salute umana.
“La scienza non è statica,” afferma Brown. “Così come si sviluppano nuovi farmaci per trattare meglio le malattie, anche le metodologie per valutare la salute si evolvono man mano che la ricerca produce nuove evidenze.”
Un futuro senza IMC?
L’abbandono dell’IMC come strumento principale per diagnosticare l’obesità potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nella gestione delle malattie legate al peso. Con un approccio più sofisticato e basato sull’adiposità, i medici potrebbero finalmente ottenere una comprensione più completa della salute dei pazienti, migliorando la personalizzazione delle cure e delle politiche sanitarie.