Nel cuore del Parco Nazionale di Yellowstone, le viscere della Terra rivelano un fermento geologico che sta attirando l’attenzione della comunità scientifica. Nuovi studi condotti dal US Geological Survey e dall’Oregon State University indicano che l’attività vulcanica del celebre Supervulcano di Yellowstone potrebbe spostarsi verso la regione nord-orientale della caldera, un’area che nasconde segreti esplosivi nelle sue profondità.
Le viscere della caldera: sette serbatoi di magma
Attraverso un’analisi dei campi elettromagnetici naturali nella caldera, i ricercatori hanno individuato almeno sette serbatoi di magma, situati tra i 4 e i 47 chilometri di profondità, in prossimità del confine tra crosta e mantello. Alcuni di questi serbatoi sembrano interconnessi, formando una sorta di complesso labirinto sotterraneo capace di alimentare le dinamiche vulcaniche.
In particolare, una scoperta significativa riguarda il serbatoio localizzato sotto la caldera nord-orientale. Questo bacino vulcanico contiene fino a 440 chilometri cubi di magma riolitico, una quantità comparabile a quella che ha alimentato l’eruzione di Mesa Falls avvenuta circa 1,3 milioni di anni fa. Il magma in questa regione è riscaldato e alimentato da flussi di basalto provenienti dalla crosta inferiore, creando una situazione di potenziale elevato per future eruzioni.
Un cambiamento di attività
Le indagini indicano che l’attività vulcanica nella parte occidentale di Yellowstone potrebbe essere in diminuzione. In questa zona, il magma sembra segregarsi in aree con basse frazioni di fusione, riducendo la probabilità di eruzioni. Tuttavia, il quadro cambia radicalmente nel nord-est. Qui, il magma riolitico associato a eruzioni esplosive ha reso quest’area un punto di particolare interesse.
Gli studiosi hanno concluso che le future eruzioni vulcaniche esplosive sono più probabili nella caldera nord-orientale, evidenziando un “cambiamento nella posizione della futura attività vulcanica riolitica”. Questo spostamento non significa necessariamente che un’eruzione sia imminente, ma piuttosto che la probabilità di eventi vulcanici in quella zona è in aumento.
Un passato esplosivo: le tre grandi eruzioni
Il Supervulcano di Yellowstone ha registrato tre grandi eruzioni esplosive negli ultimi 2,1 milioni di anni: la prima risale a 2,08 milioni di anni fa, la seconda a 1,3 milioni di anni fa e l’ultima a 631.000 anni fa. In media, il tempo tra queste gigantesche eruzioni è di circa 725.000 anni.
Nonostante questo dato, è fuorviante pensare che il vulcano segua un orologio regolare. Sebbene siano trascorsi 631.000 anni dall’ultima eruzione, gli esperti sottolineano che i vulcani operano su scale temporali geologiche, che possono estendersi per milioni di anni. Inoltre, i segnali di attività vulcanica possono svilupparsi lentamente e non rappresentano necessariamente un’indicazione di eventi imminenti.
Magma e imprevedibilità
La natura del magma rende difficile prevedere con esattezza il comportamento di un vulcano. Lo studio dei serbatoi e dei flussi magmatici sotto Yellowstone ha permesso di mappare la composizione e la profondità del magma, ma resta complesso stabilire con certezza se o quando avverrà un’eruzione.
L’importanza di questi studi non si limita a Yellowstone. La comprensione dei processi magmatici potrebbe fornire preziose informazioni sulle dinamiche dei supervulcani, contribuendo a migliorare i modelli di previsione e a ridurre i rischi associati a queste colossali forze della natura.
Yellowstone rimane uno dei luoghi più affascinanti e studiati del pianeta, non solo per la sua bellezza naturale, ma anche per ciò che si cela nel suo cuore infuocato.