Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto un blocco immediato al trattamento dei dati degli utenti italiani da parte delle società cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, sviluppatrici del chatbot DeepSeek. Questa misura d’urgenza è stata adottata per garantire la tutela della privacy in Italia, a seguito di una risposta ritenuta insufficiente da parte delle aziende coinvolte.
Le società cinesi, da parte loro, hanno dichiarato di non operare in Italia e di non essere soggette alla normativa europea sulla protezione dei dati. Tuttavia, il Garante ha ritenuto queste affermazioni non convincenti e ha avviato un’istruttoria, ordinando contestualmente la limitazione immediata del trattamento dei dati degli utenti italiani.
Cos’è DeepSeek e perché preoccupa le autorità italiane
DeepSeek è un’intelligenza artificiale relazionale progettata per comprendere ed elaborare conversazioni umane. Rilasciato di recente sul mercato globale, il chatbot ha registrato milioni di download in pochi giorni, superando persino ChatGPT nelle classifiche delle app più scaricate su Apple App Store negli Stati Uniti.
Tuttavia, questa rapida diffusione ha attirato l’attenzione delle autorità internazionali, che temono possibili violazioni della privacy e l’utilizzo improprio dei dati personali. Negli USA, l’amministrazione Biden sta esaminando le potenziali implicazioni per la sicurezza nazionale, con particolare attenzione alla gestione dei dati da parte di software cinesi di intelligenza artificiale.
Le richieste del Garante della Privacy a DeepSeek
Il Garante italiano ha chiesto a DeepSeek di fornire informazioni dettagliate riguardo a:
- Tipologia e quantità di dati raccolti dagli utenti italiani
- Origine e modalità di acquisizione delle informazioni personali
- Finalità e base giuridica del trattamento dei dati
- Eventuale trasferimento dei dati al di fuori dell’Unione Europea, in particolare in Cina
Le società cinesi hanno ora 20 giorni di tempo per rispondere alle richieste dell’Autorità italiana e chiarire la loro posizione in merito alla normativa sulla protezione dei dati.
Il precedente di ChatGPT e la battaglia per la privacy in Italia
Non è la prima volta che il Garante della Privacy italiano prende provvedimenti nei confronti di chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Nel 2023, un caso simile aveva riguardato ChatGPT, sviluppato da OpenAI, che era stato temporaneamente bloccato in Italia per non aver rispettato alcune disposizioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
L’Italia è tra i Paesi europei più attivi nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, ponendo particolare attenzione alla protezione dei dati personali e alla trasparenza nell’uso delle informazioni sensibili.
Le implicazioni globali della decisione italiana
Il blocco imposto a DeepSeek potrebbe rappresentare un precedente importante nel dibattito internazionale sulla regolamentazione delle IA conversazionali. Con la crescita esponenziale dei modelli di linguaggio avanzati, diventa sempre più cruciale garantire che le nuove tecnologie rispettino i diritti alla privacy e i principi di sicurezza dei dati.
La decisione dell’Italia potrebbe influenzare altre autorità di regolamentazione in Europa e nel resto del mondo, spingendo a una maggiore attenzione verso l’origine e il trattamento delle informazioni personali utilizzate da software basati su intelligenza artificiale generativa.