Il Giappone, uno dei paesi più sismicamente attivi del mondo, affronta l’ombra di un possibile disastro naturale. Secondo il Comitato di Ricerca sui Terremoti del Giappone, esiste una probabilità dell’80% che un terremoto di megafaglia possa verificarsi nella temuta Fossa di Nankai nei prossimi tre decenni. Questa stima, che rappresenta un aumento rispetto alle previsioni precedenti, ha portato il governo giapponese ad intensificare le misure di preparazione ai disastri.
La Fossa di Nankai: un epicentro di instabilità
La Fossa di Nankai, una zona di subduzione situata lungo il sud dell’isola di Honshu, si estende per circa 900 chilometri. È qui che la Placca del Mare delle Filippine scivola sotto la Placca Eurasiatica, accumulando enormi tensioni geologiche che possono essere rilasciate in potenti terremoti. Questa regione è nota per generare terremoti di megafaglia, eventi sismici di proporzioni catastrofiche che rilasciano colossali quantità di energia, spesso accompagnati da tsunami distruttivi.
Un pericolo sempre più imminente
Secondo gli esperti, il rischio di un terremoto nella Fossa di Nankai aumenta ogni anno. Dal devastante terremoto del 1946, di magnitudo 8.1, sono trascorsi 79 anni, e i modelli statistici indicano che eventi simili si verificano con una frequenza di 90-150 anni. Durante il sisma del 1946, le onde dello tsunami raggiunsero i 6 metri di altezza, causando la morte di oltre 1.300 persone e distruggendo più di 36.000 abitazioni. Questi dati storici alimentano le preoccupazioni degli scienziati, che temono un evento ancora più grave nel prossimo futuro.
Il professor Yoshioka Shoichi, esperto del Centro di Ricerca per la Sicurezza Urbana, ha sottolineato l’estrema difficoltà nel prevedere con precisione la tempistica di tali terremoti. Tuttavia, ha ribadito che le condizioni geologiche della regione rendono il rischio più che concreto.
Previsioni catastrofiche e preparativi governativi
Le proiezioni più recenti, pubblicate nella rivista Scientific Reports nel 2023, suggeriscono che un terremoto di megafaglia nella Fossa di Nankai potrebbe avere conseguenze più gravi del terremoto del Grande Giappone Orientale del 2011. Quest’ultimo, di magnitudo 9.0, ha causato la morte di oltre 15.000 persone e ha provocato il disastro nucleare di Fukushima. Le stime attuali indicano che un sisma nella Fossa di Nankai potrebbe causare oltre 320.000 vittime e danni economici incalcolabili.
Per affrontare questa minaccia, il governo giapponese ha implementato una serie di misure straordinarie. Questi piani includono la costruzione di infrastrutture resistenti ai terremoti, l’addestramento della popolazione attraverso esercitazioni regolari e il potenziamento dei sistemi di allerta precoce. Nonostante tali sforzi, resta il timore che l’imprevedibilità dei terremoti possa vanificare anche le strategie più avanzate.
Limiti della scienza nella previsione dei terremoti
Nonostante i progressi nella sismologia, prevedere con precisione il momento e la magnitudo di un terremoto rimane una sfida irrisolta. Gli scienziati del US Geological Survey (USGS) spiegano che è possibile calcolare solo la probabilità che un terremoto si verifichi in una determinata area entro un certo periodo. Questo approccio si basa su modelli statistici e sull’analisi delle dinamiche tettoniche, ma non consente di prevedere eventi con la precisione di una previsione meteorologica.
Il paragone con un gioco di carte è illuminante: anche se si conosce la composizione del mazzo, è impossibile prevedere esattamente quale carta verrà pescata. Allo stesso modo, i sismologi possono stimare il rischio generale di un terremoto ma non fornire certezze sul quando e dove avverrà.
Lezioni dal passato e prospettive future
Gli eventi passati nella Fossa di Nankai rappresentano un monito per il Giappone e per il mondo intero. La devastazione del 1946 e i terremoti precedenti dimostrano la portata delle catastrofi che questa regione può generare. Mentre la comunità scientifica continua a migliorare i modelli predittivi, il Giappone si trova di fronte alla necessità di bilanciare la preparazione tecnica con la consapevolezza dell’imprevedibilità della natura.
Il prossimo grande terremoto di Nankai non è una questione di “se”, ma di “quando”.