Nel 1924, il celebre astronomo Edwin Hubble rivoluzionò la nostra comprensione del cosmo dimostrando che la Via Lattea non era l’unica galassia nell’universo. La sua scoperta, realizzata grazie al telescopio Hooker dell’Osservatorio di Mount Wilson in California, segnò un punto di svolta nella storia dell’astronomia. Un secolo dopo, il suo lavoro resta una pietra miliare che ci ha permesso di comprendere meglio le dimensioni e la natura dell’universo.
L’era pre-Hubble: una visione limitata del cosmo
All’inizio del XX secolo, gli astronomi ritenevano che la Via Lattea fosse l’intero universo. Le misteriose “nebulose a spirale”, osservabili attraverso i telescopi, erano considerate semplici formazioni di gas o stelle all’interno della nostra galassia. Questo paradigma fu messo in discussione da Henrietta Swan Leavitt e Harlow Shapley, i cui studi aprirono la strada a Hubble.
Henrietta Leavitt, lavorando all’Osservatorio di Harvard, scoprì una relazione fondamentale tra il periodo di variazione della luminosità delle stelle Cefeidi e la loro luminosità intrinseca. Questa scoperta consentì di calcolare le distanze astronomiche con maggiore precisione. Shapley, invece, utilizzò le stelle variabili per misurare le dimensioni della Via Lattea, dimostrando che il nostro sistema solare si trova lontano dal centro galattico. Tuttavia, Shapley non accettò l’idea che l’universo potesse estendersi oltre la Via Lattea.
La svolta: il telescopio Hooker e la variabile Cefeide di Andromeda
Nel 1919, Edwin Hubble si unì all’Osservatorio di Mount Wilson, dotato del telescopio Hooker, all’epoca il più avanzato del mondo. Nel 1923, Hubble e il suo collaboratore Milton Humason osservarono la nebulosa di Andromeda (M31) e identificarono una stella variabile Cefeide, denominata “V1”. Grazie alla relazione periodo-luminosità scoperta da Leavitt, Hubble calcolò che Andromeda si trovava a circa 930.000 anni luce di distanza, ben oltre i confini della Via Lattea. Questa scoperta dimostrò che Andromeda non era una nebulosa, ma una galassia separata.
Il grande dibattito e la conferma dell’espansione dell’universo
Il 1° gennaio 1925, Hubble presentò ufficialmente i suoi risultati al 33° incontro della American Astronomical Society (AAS) a Washington. Questa rivelazione mise fine a un lungo dibattito tra gli astronomi, noto come il “Grande Dibattito”. Nel 1920, Harlow Shapley e Heber Curtis avevano discusso la natura delle nebulose a spirale: Curtis sosteneva che fossero galassie indipendenti, mentre Shapley riteneva che fossero parte della Via Lattea. Con le prove fornite da Hubble, fu Curtis ad avere ragione.
Non soddisfatto, Hubble continuò le sue osservazioni, dimostrando nel 1929 che le galassie si stanno allontanando l’una dall’altra. Questo fenomeno, noto come legge di Hubble-Lemaître, fornì la prima evidenza osservativa dell’espansione dell’universo, confermando le previsioni teoriche di Georges Lemaître e della relatività generale di Einstein.
I protagonisti dimenticati: Henrietta Leavitt e Milton Humason
Mentre Hubble è celebrato come il pioniere della cosmologia moderna, il suo lavoro sarebbe stato impossibile senza i contributi di altri scienziati. Henrietta Swan Leavitt è stata fondamentale per sviluppare il metodo di misurazione delle distanze cosmiche. Milton Humason, che iniziò la sua carriera come operaio al Monte Wilson, fu il braccio destro di Hubble nelle osservazioni astronomiche e contribuì a raccogliere dati cruciali per le scoperte.
Un’eredità che plasma il presente
Oggi sappiamo che l’universo visibile contiene circa 2 trilioni di galassie, ognuna delle quali composta da miliardi di stelle. Le galassie a spirale come la Via Lattea e Andromeda, le massicce galassie ellittiche e le galassie nane ci raccontano una storia di evoluzione cosmica durata miliardi di anni.
Le lastre fotografiche originali usate da Hubble, compresa quella con la scritta “VAR!” accanto alla stella variabile V1, sono considerate reliquie storiche. Una di queste è attualmente esposta al Los Angeles County Museum, un raro omaggio al genio di Hubble e dei suoi collaboratori.
Conclusioni
Le scoperte di Edwin Hubble hanno trasformato la nostra comprensione del cosmo, passando da una visione centrata sulla Via Lattea a un universo infinito e in espansione. Questo viaggio scientifico, iniziato con le osservazioni di Leavitt, Shapley e Humason, culminò con una delle più grandi rivoluzioni intellettuali del XX secolo.