Un recente studio ha rivelato come il virus Ebola (EBOV), responsabile di una malattia rara e spesso letale, potrebbe diffondersi attraverso il contatto con la pelle, offrendo una comprensione più dettagliata del suo comportamento e delle sue modalità di trasmissione.
I risultati della ricerca, pubblicata su Science Advances, mettono in evidenza come il virus riesca a emergere attraverso gli strati della pelle durante le fasi avanzate dell’infezione, svelando un meccanismo cellulare complesso. Questi nuovi dati potrebbero aprire la strada a terapie più mirate e strategie di prevenzione efficaci.
La pelle: un veicolo sottovalutato per l’Ebola
Nonostante la pelle sia il più grande organo del corpo umano, le sue interazioni con il virus Ebola erano, fino a ora, poco studiate. Il team di ricerca, guidato da Wendy Maury e Kelly Messingham, ha cercato di approfondire come le particelle virali si muovano attraverso gli strati cutanei, utilizzando un innovativo modello sperimentale basato su esplanti di pelle umana.
Gli esplanti, prelevati da donatori sani, includono sia l’epidermide (strato superficiale) che il derma (strato intermedio). Questa tecnica ha permesso ai ricercatori di replicare il percorso che il virus segue nel corpo umano, passando dal sangue alla pelle.
Come il virus Ebola si diffonde nella pelle
Inserendo particelle del virus Ebola negli esplanti e tracciandone il movimento con marcatori cellulari specifici, gli scienziati hanno scoperto che il virus infetta diversi tipi di cellule cutanee. Cheratinociti e fibroblasti, cellule chiave per il funzionamento e la guarigione della pelle, si sono rivelati particolarmente vulnerabili all’attacco virale.
Queste cellule possiedono recettori specifici che consentono al virus di penetrare e moltiplicarsi rapidamente. In soli tre giorni, le particelle virali sono state osservate raggiungere l’epidermide, dimostrando quanto velocemente il virus possa diffondersi attraverso la pelle.
Secondo i ricercatori, il danno cellulare esteso causato dal virus potrebbe spiegare il motivo per cui la trasmissione da persona a persona può avvenire tramite semplice contatto con la pelle infetta, rendendo il controllo dell’infezione ancora più complicato.
Un nuovo strumento per studiare e combattere l’Ebola
Questo studio non solo ha fatto luce sul meccanismo di diffusione dell’Ebola attraverso la pelle, ma ha anche proposto un modello economico e sostenibile per testare trattamenti antivirali. Gli esplanti utilizzati nello studio, ottenuti da tessuti umani scartati, rappresentano un’alternativa accessibile ed efficace per studiare il virus e sviluppare nuove strategie terapeutiche.
Maury e colleghi hanno anche dimostrato che alcuni antivirali già esistenti possono bloccare l’infezione nei tessuti coltivati. Questo rappresenta una speranza concreta per migliorare i trattamenti e contenere future epidemie.
Implicazioni per la trasmissione e la prevenzione
I risultati di questa ricerca potrebbero ridefinire il modo in cui viene percepita la trasmissione del virus Ebola. La pelle, considerata finora una semplice barriera, si rivela invece un organo attivo nel processo infettivo, confermando l’importanza di misure protettive come l’uso di guanti e indumenti isolanti per prevenire il contagio.
Inoltre, la scoperta del ruolo chiave dei cheratinociti e dei fibroblasti apre nuove prospettive per lo sviluppo di farmaci in grado di interrompere il ciclo di infezione direttamente alla fonte.