Il Grande Lago Salato, uno dei simboli naturali più importanti degli Stati Uniti, è in una fase critica. Una nuova ricerca pubblicata di recente sottolinea come il cambiamento climatico e l’eccessivo consumo di acqua destinata all’agricoltura siano i principali responsabili della sua drastica riduzione. Negli ultimi decenni, il lago ha perso circa il 70% del suo volume d’acqua, riducendo la sua superficie a circa la metà di quella originaria.
Secondo i ricercatori, il fattore umano più rilevante dietro questo declino è l’agricoltura, con il 71% dell’acqua che una volta alimentava il lago ora deviata verso le fattorie. Tra queste, una porzione significativa – l’80% – viene utilizzata per coltivare erba medica e fieno, destinati soprattutto all’alimentazione del bestiame.
Il peso dell’agricoltura irrigua e delle coltivazioni per il bestiame
Secondo lo studio, il problema principale è rappresentato dalle coltivazioni irrigue per l’alimentazione animale. William Ripple, ecologo della Oregon State University e coautore dello studio, ha sottolineato come questa sia la principale causa del prelievo idrico eccessivo nella regione. L’agricoltura legata all’erba medica e al fieno non solo influisce pesantemente sul Grande Lago Salato, ma rappresenta un problema in tutto il West americano, dove fiumi e bacini idrici – come il fiume Colorado – stanno affrontando un calo significativo a causa delle stesse dinamiche.
Il declino del lago è stato reso evidente nel 2022, quando il livello dell’acqua ha raggiunto un minimo storico. Gli esperti hanno lanciato un allarme: senza interventi concreti, il lago potrebbe scomparire completamente entro cinque anni. Nonostante negli ultimi due anni ci siano state precipitazioni abbondanti, queste non sono sufficienti a invertire una tendenza pluridecennale. Il governatore dello Utah e altri politici hanno minimizzato la situazione, ma studiosi come Brian Richter, autore principale della ricerca e presidente di Sustainable Waters, avvertono che il futuro del lago rimane incerto e pericoloso.
Impatti ecologici ed economici della scomparsa del lago
Il prosciugamento del Grande Lago Salato potrebbe avere conseguenze devastanti. La regione sarebbe esposta a pericolose polveri contenenti metalli tossici, liberate dal fondo asciutto del lago, con gravi rischi per la salute pubblica. Inoltre, l’habitat di migliaia di specie animali verrebbe distrutto, tra cui quello di un importante uccello migratore, la cui sopravvivenza dipende dal lago.
Dal punto di vista economico, le attività legate al lago generano un valore di circa 2,5 miliardi di dollari all’anno. La scomparsa del lago influirebbe su turismo, industria mineraria e pesca, settori chiave per lo stato dello Utah.
Cambiare l’agricoltura per salvare il lago
Secondo i ricercatori, stabilizzare il livello del Grande Lago Salato richiederebbe una riduzione del 35% nei prelievi idrici, pari a circa 650.000 acri-piedi. Lo studio propone diverse soluzioni:
- Ridurre la quantità di erba medica coltivata.
- Lasciare alcuni campi in maggese.
- Introdurre incentivi economici per pagare gli agricoltori affinché non irrigano i loro terreni.
- Rivedere l’uso idrico a livello industriale e municipale.
Una trasformazione del genere avrebbe un costo significativo, stimato in 100 milioni di dollari all’anno per 10 anni. Tuttavia, se suddiviso tra la popolazione dello Utah (circa 3,4 milioni di abitanti), il costo ammonterebbe a soli 29 dollari a persona all’anno. Brian Richter evidenzia come questa spesa rappresenti meno dell’1% del bilancio annuale dello stato.
L’agricoltura come punto critico
Gli agricoltori della regione, circa 20.000, gestiscono coltivazioni che sostengono un milione di capi di bestiame. Tuttavia, la maggior parte della produzione di erba medica e fieno viene esportata fuori dallo Utah o addirittura all’estero, mentre il fieno importato da altre regioni viene utilizzato localmente. Questa dinamica solleva interrogativi sul reale impatto economico dell’agricoltura irrigua: secondo lo studio, rappresenta solo lo 0,07% del PIL dello Utah e soddisfa meno dell’1% della domanda nazionale di carne bovina.
Per i ricercatori, la questione va oltre l’economia o la sicurezza alimentare: è una sfida culturale, che richiede un cambio di mentalità. Gli agricoltori si trovano in una posizione difficile, spesso percepiti come responsabili principali del problema. Richter invita a superare le tensioni, sottolineando che coinvolgere il settore agricolo è cruciale per riequilibrare non solo il Grande Lago Salato, ma anche altre risorse idriche in crisi, come il Rio Grande o la Valle Centrale della California.
Collaborazione tra stati e futuro del lago
Risollevare il Grande Lago Salato non dipende solo dallo Utah. Anche altri stati del bacino idrografico, come Idaho e Wyoming, devono contribuire alla riduzione dei prelievi idrici. Servirà inoltre un supporto maggiore dal governo federale, come avviene per il fiume Colorado, dove ingenti risorse sono già state stanziate per affrontare la scarsità d’acqua.
Il futuro del lago dipende da scelte difficili ma necessarie, che coinvolgono tutti i settori della società. L’acqua, risorsa vitale e limitata, richiede un uso più sostenibile e una visione a lungo termine per preservare questo ecosistema unico.