Immaginare cosa potrebbe succedere al corpo di un astronauta deceduto sulla Luna è un esercizio che, sebbene macabro, tocca temi di grande interesse scientifico e logistico. Nonostante non sia mai avvenuto un evento simile, le agenzie spaziali, come la NASA, hanno sviluppato protocolli per gestire la morte nello spazio, un aspetto inevitabile delle missioni spaziali a lungo termine.
La gestione della morte nello spazio
Se un astronauta morisse durante una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il problema sarebbe relativamente gestibile. Secondo l’ex comandante della ISS, Chris Hadfield, il corpo verrebbe prima trasferito nella zona più fredda della stazione, in attesa di un eventuale rientro sulla Terra. La tuta spaziale rimarrebbe intatta per evitare contaminazioni e odori indesiderati. Questo processo, già complesso a bordo della ISS, diventa esponenzialmente più difficile in missioni più distanti, come quelle verso la Luna o addirittura Marte.
Opzioni per il trattamento del corpo
Nel caso in cui il corpo non possa essere immediatamente riportato sulla Terra, le opzioni disponibili si riducono drasticamente. Durante lunghe missioni, si potrebbe decidere di conservare il corpo in un luogo freddo all’interno della navicella o utilizzare tecnologie avanzate per ridurlo in frammenti più piccoli e compatti. Una soluzione proposta dalla NASA include l’utilizzo di un braccio robotico che congelerebbe il corpo all’esterno della navicella e lo frammenterebbe attraverso vibrazioni, trasformandolo in una massa di piccoli resti, pesante circa 25 chilogrammi.
L’idea di lanciare il corpo nello spazio potrebbe sembrare romantica, ma è altamente problematica. Secondo le normative delle Nazioni Unite, creare nuovi detriti spaziali è vietato, poiché rappresenta un rischio significativo per altre missioni.
La morte sulla Luna: cosa succede al corpo?
Se la morte avvenisse sulla Luna, il trattamento del corpo dipenderebbe dalle circostanze della missione e dalle volontà dell’astronauta stesso. Le opzioni includerebbero il ritorno del corpo sulla Terra, la cremazione per prevenire contaminazioni o, nel caso in cui non ci fosse alternativa, la sepoltura lunare.
Sulla superficie lunare, il corpo subirebbe un processo di decomposizione molto diverso rispetto a quello terrestre. In presenza di una tuta spaziale integra, i batteri interni inizierebbero una decomposizione parziale. Tuttavia, la mancanza di atmosfera e la rapida evaporazione dell’acqua corporea renderebbero questo processo inefficace. Durante la lunga notte lunare, che dura circa 14 giorni terrestri, il corpo si congelerebbe completamente, interrompendo l’azione dei batteri e trasformandolo in una sorta di mummia lunare.
Gli effetti delle condizioni lunari sul corpo
La radiazione solare sulla Luna, in assenza della protezione dell’atmosfera terrestre, colpirebbe direttamente il corpo, contribuendo alla sua degradazione nel corso di milioni di anni. Tuttavia, i tessuti molli rimarrebbero intatti per molto tempo, mentre le ossa, più resistenti, potrebbero sopravvivere ancora più a lungo.
Le estreme variazioni di temperatura sulla Luna, che vanno da +127°C durante il giorno a -173°C durante la notte, causerebbero stress termico sul corpo, portando alla sua frammentazione. Questo ciclo continuo di congelamento e scongelamento potrebbe accelerare la disintegrazione dei resti nel corso di migliaia di anni.
Se il corpo fosse sepolto sotto la superficie, invece, sarebbe meglio protetto dalle radiazioni e dalle variazioni di temperatura, rallentando ulteriormente il processo di degradazione. In queste condizioni, i resti potrebbero rimanere sorprendentemente ben conservati per milioni di anni, lasciando aperta la possibilità di un ritrovamento futuro da parte di eventuali missioni esplorative.
Implicazioni etiche e scientifiche
La morte di un astronauta sulla Luna solleva anche questioni etiche e pratiche. La contaminazione biologica della superficie lunare è una preoccupazione primaria. La NASA e altre agenzie spaziali seguono rigorosi protocolli per evitare di introdurre microbi terrestri su altri corpi celesti. Pertanto, se un corpo non potesse essere riportato sulla Terra, sarebbe necessario adottare misure per sterilizzarlo, come la cremazione.
Allo stesso tempo, la presenza di un corpo umano sulla Luna rappresenterebbe un monumento straordinario alla conquista dello spazio, una testimonianza dell’ambizione e del sacrificio umano nell’esplorazione dell’ignoto.
In conclusione, la gestione della morte nello spazio e sulla Luna rimane una sfida logistica, scientifica ed etica che le agenzie spaziali dovranno affrontare con attenzione crescente, soprattutto in vista delle missioni a lungo termine verso Marte e oltre.