Una diagnosi di demenza rappresenta un momento di grande incertezza per le famiglie, sollevando interrogativi riguardo al futuro, all’aspettativa di vita e alle necessità assistenziali, spesso culminanti nell’ammissione in una casa di riposo. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The BMJ offre nuovi dati e analisi, ponendo un focus sull’aspettativa di vita media delle persone colpite da questa condizione neurologica e sui tempi di ammissione in strutture assistenziali.
L’impatto crescente della demenza nel mondo
La demenza, caratterizzata da un progressivo declino delle funzioni cognitive, tra cui memoria e personalità, rappresenta una sfida sanitaria globale. Tra le forme più comuni, spiccano il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare. Secondo dati aggiornati, oltre 55 milioni di persone convivono con questa patologia a livello globale, un numero destinato a triplicarsi, raggiungendo i 153 milioni entro il 2050. Questo aumento è attribuibile all’invecchiamento della popolazione e alla maggiore consapevolezza diagnostica.
Una revisione sistematica per comprendere meglio la prognosi
Un gruppo di ricerca olandese ha condotto una vasta revisione sistematica su 261 studi pubblicati tra il 1984 e il 2024, coinvolgendo oltre 5 milioni di persone diagnosticate con demenza. Lo scopo principale era analizzare l’aspettativa di vita media post-diagnosi e il tempo necessario per l’ammissione in una casa di riposo. I partecipanti, con un’età media di 79 anni, erano per il 63% donne.
I risultati mostrano differenze significative nell’aspettativa di vita basate su età, sesso e tipo di demenza:
- Per le donne, l’aspettativa di vita media varia da circa 9 anni per una diagnosi a 60 anni, a 4,5 anni per una diagnosi a 85 anni.
- Per gli uomini, il range è di circa 6,5 anni a 60 anni, fino a poco più di 2 anni a 85 anni.
La riduzione della sopravvivenza dipende in modo significativo dall’età al momento della diagnosi. Ad esempio, una diagnosi a 65 anni può ridurre la vita di circa 13 anni rispetto a una persona sana della stessa età, mentre a 85 anni l’impatto si riduce a circa 2 anni.
Differenze culturali e tipologie di demenza
Interessanti sono le differenze culturali emerse. Nelle popolazioni asiatiche, la sopravvivenza media è risultata più lunga di circa 1,4 anni rispetto ad altre regioni. Inoltre, chi è affetto dal morbo di Alzheimer tende a vivere più a lungo rispetto a chi soffre di altre forme di demenza.
Tempi di ammissione in casa di riposo
Un altro aspetto cruciale analizzato dallo studio riguarda il tempo medio per l’ammissione in una casa di riposo. La media è di poco superiore ai 3 anni dalla diagnosi. Tuttavia, il ritmo con cui le persone vengono ammesse varia notevolmente:
- Il 13% viene ammesso entro il primo anno dalla diagnosi.
- Il 35% entra in casa di riposo entro tre anni.
- Dopo cinque anni, oltre il 57% dei pazienti risulta ricoverato.
Queste cifre sottolineano come la progressione della demenza imponga un graduale aumento del bisogno di assistenza specializzata, spesso impossibile da gestire a domicilio.
Limiti dello studio e raccomandazioni per il futuro
I ricercatori hanno evidenziato alcuni limiti metodologici, tra cui la mancanza di dati completi su aspetti come condizioni socioeconomiche, etnia e comorbilità preesistenti. Questi fattori, se meglio documentati, potrebbero fornire un quadro più preciso e individualizzato della prognosi. Secondo gli studiosi, è fondamentale che futuri lavori includano pazienti sin dal momento della diagnosi, valutando non solo la sopravvivenza, ma anche misure di esito funzionale, come la qualità della vita e l’autonomia residua.
Lo studio, dunque, rappresenta un importante passo avanti per comprendere l’impatto della demenza, offrendo una base per pianificare strategie assistenziali più mirate ed efficaci.