Le emozioni e il corpo umano: un viaggio nel tempo
Nel corso della storia, l’umanità ha sempre cercato di comprendere e descrivere le proprie emozioni attraverso il corpo. Espressioni come “farfalle nello stomaco” o “cuore pieno” sono comuni nel linguaggio moderno per descrivere sentimenti di innamoramento o felicità. Tuttavia, come avrebbero descritto le loro emozioni gli antichi popoli, come i Mesopotamici? Un recente studio ha cercato di rispondere a questa domanda, analizzando antichi testi cuneiformi per scoprire come le emozioni fossero percepite e vissute migliaia di anni fa.
Le emozioni nei testi antichi
Un’analisi dei testi cuneiformi
Un team di ricerca internazionale, composto da studiosi delle università di Helsinki, Aalto, Turku e Johannes Gutenberg-Universität Mainz, ha esaminato tavolette di argilla con iscrizioni cuneiformi contenenti oltre un milione di parole in accadico. Questi testi antichi offrono una finestra sulla comprensione che i Mesopotamici avevano del corpo umano e delle emozioni. Secondo il professor Saana Svärd, assiriologo e capo del progetto, i Mesopotamici avevano una conoscenza rudimentale dell’anatomia umana, riconoscendo l’importanza di organi come il cuore, il fegato e i polmoni.
Il fegato: centro delle emozioni positive
Nei testi mesopotamici, il fegato era spesso associato a emozioni positive. Parole come ”aperto”, “splendente” e “pieno” venivano utilizzate per descrivere sentimenti di felicità e benessere. Questa associazione differisce notevolmente dalla percezione moderna, dove il cuore è spesso considerato il centro delle emozioni positive.
La mappatura delle emozioni
Confronto tra passato e presente
Circa dieci anni fa, un gruppo di ricercatori finlandesi ha pubblicato uno studio che mappava le emozioni sul corpo umano moderno. Questo studio ha mostrato come emozioni come l’ansia possano manifestarsi come una sensazione di oppressione al petto, mentre l’amore può diffondersi come una calda sensazione in tutto il corpo. I partecipanti allo studio erano invitati a colorare su un’immagine del corpo le aree in cui sentivano le emozioni.
Utilizzando i risultati di questo studio, i ricercatori hanno creato mappe corporee per i Mesopotamici antichi. Secondo Juha Lahnakoski, neuroscienziato cognitivo e ricercatore presso l’Università di Aalto, la mappa corporea della felicità dei Mesopotamici è simile a quella moderna, con l’eccezione di un notevole bagliore nel fegato.
Amore e rabbia: differenze culturali
L’amore, sia per i moderni che per i Mesopotamici, è spesso sentito nel cuore. Tuttavia, gli antichi Mesopotamici associavano l’amore anche al fegato e alle ginocchia. La rabbia, invece, era percepita diversamente: mentre gli esseri umani moderni tendono a sentirla nella parte superiore del corpo, i Mesopotamici la sentivano nei piedi.
Implicazioni e prospettive future
Comprendere le differenze interculturali
Questo studio rappresenta un primo passo verso la comprensione di come le emozioni siano state vissute in diverse culture e periodi storici. Secondo Svärd, il metodo di abbinare emozioni e parti del corpo potrebbe essere utilizzato per esplorare le differenze interculturali nel modo in cui viviamo le emozioni. Questo potrebbe fornire una comprensione più profonda delle esperienze emotive umane nel corso della storia.
Limitazioni e considerazioni
È importante notare che le mappe corporee moderne sono state create sulla base di emozioni vissute in prima persona, mentre le mappe mesopotamiche si basano su ciò che è stato scritto nelle tavolette di argilla. Non tutti avevano accesso alla lettura e alla scrittura nell’antica Mesopotamia, quindi le esperienze emotive erano spesso filtrate attraverso le interpretazioni degli scribi.
lo studio delle emozioni nei testi antichi non solo arricchisce la nostra comprensione delle culture passate, ma ci invita anche a riflettere su come le nostre percezioni emotive possano evolversi nel tempo. Le emozioni, pur essendo universali, sono profondamente influenzate dal contesto culturale e storico in cui vengono vissute.