Il 23 luglio 1924, un gruppo di scienziati si riunì in una piccola stanza al quarto piano di 10 Lime Street, a Boston. Tra loro c’era O.D. Munn, editore di Scientific American, e sei membri di un comitato scientifico investigativo. La città era avvolta da un’ondata di calore, rendendo l’ambiente scomodo e soffocante. Tuttavia, il motivo del loro incontro non era il clima, ma qualcosa di molto più intrigante.
L’incontro con la medium più famosa d’America
La controversa figura di Mina Crandon
Mina Crandon, una donna di 36 anni conosciuta come “Margery” dai suoi sostenitori e “La Strega Bionda di Lime Street” dai suoi detrattori, era al centro dell’attenzione. Crandon era la medium più famosa del paese, capace, secondo i suoi seguaci, di dimostrare abilità psichiche straordinarie grazie allo spirito del fratello defunto, Walter. Le sue esibizioni avevano diviso l’opinione pubblica, lasciando perplessi sia i credenti che gli scettici.
Il coinvolgimento di Sir Arthur Conan Doyle
Sir Arthur Conan Doyle, celebre autore delle storie di Sherlock Holmes e fervente sostenitore dello spiritualismo, aveva raccomandato Crandon a Munn. Doyle era convinto che le capacità di Crandon fossero autentiche e che potessero dimostrare l’esistenza dei fantasmi, facendole vincere il premio di 5.000 dollari offerto da Scientific American per chiunque fosse in grado di dimostrare la realtà del paranormale.
La sfida tra scetticismo e credulità
L’intervento di Harry Houdini
Tra i presenti quel giorno c’era anche il famoso mago Harry Houdini, invitato per valutare le affermazioni di Crandon. Ciò che seguì fu uno dei confronti più accesi e celebri tra uno scettico e una presunta medium. Houdini riuscì a replicare i trucchi di Crandon, esibendoli sul palco senza alcun aiuto soprannaturale, portando alla rovina la carriera della medium.
Il ruolo del comitato scientifico
È interessante notare che non fu il comitato scientifico a smascherare Crandon, ma un mago. Sembra che il comitato fosse inizialmente incline a credere nelle sue esibizioni, fino a quando Houdini non le screditò. Anche allora, i membri del comitato esitarono a rendere pubblica la denuncia, rimanendo divisi sulla questione.
La scienza e lo spiritualismo nel XIX secolo
Un’epoca di scoperte e credenze
Oggi tendiamo a pensare che la scienza e lo spiritualismo siano sempre stati in opposizione, ma non è così. Nel XIX secolo, il movimento spiritualista fu preso sul serio da molti scienziati, alcuni dei quali lo consideravano un nuovo ramo della scienza, capace di provare l’esistenza dell’aldilà. Questo periodo, spesso definito “l’epoca della scienza”, vide enormi progressi tecnologici e scientifici, ma anche un crescente interesse per il soprannaturale.
La nascita del movimento spiritualista
Negli anni ’40 dell’Ottocento, mentre James Prescott Joule contribuiva alla Legge della Conservazione dell’Energia e gli anestetici venivano usati con successo in chirurgia, tre sorelle di New York affermavano di comunicare con i morti, affascinando il pubblico. Sebbene le sorelle Fox ammisero in seguito che le loro sedute spiritiche erano false, il danno era fatto: avevano ispirato un nuovo movimento religioso.
La scienza e il soprannaturale: un rapporto complesso
La complementarità tra scienza e spiritualismo
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lo spiritualismo non era in opposizione agli ideali scientifici dell’epoca, ma li completava. Chiunque sostenesse il potere dell’empirismo e dell’esperienza diretta poteva assistere personalmente ai fenomeni spirituali. Le sedute spiritiche erano viste come laboratori speciali dove osservare esperimenti con forze invisibili.
La fluidità del concetto di scienza
Nel XIX secolo, il concetto di “scienza” era più fluido, permettendo l’applicazione dei suoi metodi a temi che oggi considereremmo dubbi. Molte idee pseudoscientifiche di oggi hanno origine in questo periodo, come il mesmerismo, la frenologia e l’omeopatia. Per molti, applicare metodi scientifici a questioni religiose e filosofiche era estremamente attraente.
L’eredità dello spiritualismo
La tecnologia e la comunicazione con l’aldilà
L’invenzione del telegrafo elettrico e del Codice Morse nel XIX secolo alimentò l’immaginazione popolare, suggerendo che la comunicazione con l’aldilà potesse essere possibile. Se era possibile inviare messaggi attraverso il mondo con una forza invisibile, perché non tra i vivi e i morti? Questo concetto fu applicato alle sedute spiritiche, dove i medium chiedevano ai loro visitatori spettrali di comunicare con risposte “sì” o “no” tramite colpi o tocchi.
La fotografia e la ricerca dei fantasmi
La fotografia, vista come uno strumento di obiettività scientifica e di espressione artistica, prometteva di catturare ciò che era realmente presente senza pregiudizi. Alcuni spiritualisti sostenevano che, se la fotografia poteva catturare cose invisibili all’occhio umano, allora poteva anche catturare gli spiriti dei morti. Tuttavia, con il tempo, si scoprì che la macchina fotografica poteva essere ingannata, e molti fotografi trovarono modi per creare figure spettrali nelle loro foto.
La fine di un’era
Con il passare del tempo, l’entusiasmo per lo spiritualismo iniziò a svanire, ma le idee che rappresentava rimasero plausibili per molti scienziati stimati fino all’inizio del XX secolo. Tuttavia, i medium furono sempre più screditati e le loro frodi smascherate. La scienza “ortodossa” divenne più cauta nei confronti del soprannaturale, e la ricerca su forze psichiche e fantasmi si spostò ai margini della comunità scientifica. Nonostante ciò, è importante ricordare che, per diversi decenni, eminenti scienziati credettero nel potere della scienza di rendere naturale il soprannaturale. Anche se oggi ci può sembrare scomodo, i fantasmi del passato dovrebbero essere compresi, non nascosti.