Il mistero dei suoni misteriosi lungo la Fossa delle Marianne ha finalmente una spiegazione
Da anni, un suono enigmatico proveniente dalle profondità della Fossa delle Marianne ha incuriosito e confuso gli scienziati. Questo suono, descritto come un lamento profondo, è stato rilevato per la prima volta nel 2014 e ha suscitato numerose ipotesi sulla sua origine. Grazie all’uso di un’innovativa intelligenza artificiale (IA), simile a “Shazam per le balene”, è stato possibile identificare la fonte di questo suono: una balena di Bryde.
Il mistero del suono nella Fossa delle Marianne
Un enigma acustico
Nel 2014, un suono misterioso è stato captato nelle profondità della Fossa delle Marianne, una delle aree più inesplorate e profonde dell’oceano Pacifico. Questo suono, che sembrava più simile al rumore di una nave che a un animale marino, ha lasciato perplessi gli esperti di biologia marina. Nonostante le numerose ipotesi, nessuno era riuscito a identificare con certezza la fonte del suono.
Ipotesi iniziali
Gli scienziati inizialmente ipotizzarono che il suono potesse essere prodotto da una balena, ma senza una verifica visiva, era impossibile assegnare il suono a una specie specifica. Il suono, denominato “Biotwang”, presentava caratteristiche che lo rendevano unico e difficile da classificare. La mancanza di dati visivi e acustici sufficienti ha reso la risoluzione del mistero ancora più complessa.
La scoperta grazie all’intelligenza artificiale
Collaborazione con Google
Per risolvere questo enigma, il team di ricerca ha collaborato con i ricercatori di Google, che stavano sviluppando uno strumento di intelligenza artificiale per identificare le vocalizzazioni delle balene. Utilizzando una combinazione di dati visivi e acustici raccolti nell’arcipelago delle Marianne, l’IA è stata in grado di analizzare e confrontare i suoni registrati con quelli noti delle balene.
Identificazione della balena di Bryde
Dopo un’analisi approfondita, l’IA ha identificato il suono “Biotwang” come appartenente alla balena di Bryde, scientificamente nota come Balaenoptera brydei. Questa scoperta è stata particolarmente emozionante poiché si sa ancora poco sulla struttura della popolazione e sui movimenti di queste balene, che sono note per essere grandi viaggiatrici.
Implicazioni della scoperta
Movimenti stagionali
Combinando approcci manuali e automatizzati, i ricercatori hanno esaminato le registrazioni storiche dei “Biotwang” raccolte nel Pacifico centrale e occidentale. Hanno scoperto una presenza stagionale costante del suono nell’arcipelago delle Marianne e a est, presso l’isola di Wake. Occasionalmente, le balene sono state rilevate anche nelle isole Hawaii nordoccidentali e vicino all’equatore, presso l’isola di Howland.
Variazioni stagionali e interannuali
I risultati dello studio indicano che la presenza stagionale dei “Biotwang” è coerente con le migrazioni delle balene di Bryde tra le latitudini basse e medie. C’è un piccolo picco di chiamate tra febbraio e aprile e un picco più grande tra agosto e novembre, quando le balene passano vicino ai siti di registrazione. Queste variazioni stagionali e interannuali suggeriscono un’ampia distribuzione pelagica delle balene di Bryde nel Pacifico nordoccidentale, con un range complesso probabilmente legato alle condizioni oceanografiche mutevoli della regione.
Conclusioni
La scoperta del suono misterioso nella Fossa delle Marianne come appartenente alla balena di Bryde rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di queste creature marine. Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e alla collaborazione tra scienziati e tecnologi, è stato possibile risolvere un enigma che ha affascinato e sfidato la comunità scientifica per anni. Questo studio non solo fornisce nuove informazioni sulla distribuzione e sui movimenti delle balene di Bryde, ma apre anche la strada a future ricerche sull’ecologia e il comportamento di queste affascinanti creature marine.