Nel 1845, una spedizione britannica guidata da Sir John Franklin partì con l’obiettivo di attraversare le ultime sezioni inesplorate del Passaggio a Nord-Ovest, una rotta marittima tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico. Questa missione, conosciuta come la Spedizione Perduta di Franklin, si rivelò tragicamente fallimentare. Le due navi, HMS Erebus e HMS Terror, rimasero intrappolate nei ghiacci dell’Artico canadese nel 1848, e tutti i membri dell’equipaggio perirono a causa delle condizioni estreme, della fame e dello scorbuto, aggravati dall’avvelenamento da piombo. Recentemente, uno dei marinai perduti, il Capitano James Fitzjames, è stato identificato grazie a un campione di DNA, rivelando ulteriori dettagli inquietanti sulla sorte della spedizione.
Il contesto della spedizione
Obiettivi e preparativi
La Spedizione Perduta di Franklin aveva come scopo principale l’esplorazione e la mappatura delle ultime sezioni inesplorate del Passaggio a Nord-Ovest. Questa rotta, se navigabile, avrebbe potuto aprire nuove opportunità per il commercio globale, collegando direttamente l’Atlantico al Pacifico. Le navi HMS Erebus e HMS Terror, sotto il comando di Sir John Franklin, partirono dall’Inghilterra nel 1845, equipaggiate con le migliori tecnologie dell’epoca e provviste sufficienti per diversi anni.
Le difficoltà incontrate
Nonostante i preparativi meticolosi, la spedizione incontrò numerose difficoltà. Le navi rimasero intrappolate nei ghiacci dell’Artico canadese nel 1848, e l’equipaggio dovette affrontare condizioni climatiche estreme, con temperature che scendevano ben al di sotto dello zero. La fame e lo scorbuto iniziarono a mietere vittime, e l’avvelenamento da piombo, causato dal piombo utilizzato per sigillare le lattine di cibo, peggiorò ulteriormente la situazione. Alla fine, tutti i membri dell’equipaggio perirono.
La scoperta dei resti
Il ritrovamento delle navi
Per molti anni, la sorte della spedizione rimase avvolta nel mistero. Tuttavia, nel 2014 e nel 2016, i relitti delle navi HMS Erebus e HMS Terror furono finalmente scoperti, fornendo nuove informazioni sulla tragica fine della spedizione. Questi ritrovamenti hanno permesso agli studiosi di ricostruire parte della storia attraverso l’analisi dei resti delle navi e degli oggetti trovati a bordo.
Identificazione di James Fitzjames
Uno dei momenti più significativi nella ricerca è stato l’identificazione del Capitano James Fitzjames, un ufficiale di alto rango a bordo della HMS Erebus. Nato il 27 luglio 1813, Fitzjames era il figlio illegittimo di Sir James Gambier. La sua identificazione è stata possibile grazie a un campione di DNA prelevato da un dente trovato nel sito archeologico dell’Isola di King William, nel territorio canadese di Nunavut. Questo campione è stato confrontato con il DNA di un discendente vivente, confermando l’identità di Fitzjames.
Analisi scientifiche e genealogiche
Metodi di analisi
Gli scienziati dell’Università di Waterloo e dell’Università di Lakehead in Canada hanno utilizzato analisi genetiche e genealogiche per identificare Fitzjames. Il DNA è stato estratto da un dente trovato tra i resti di 451 ossa appartenenti ad almeno 13 marinai della spedizione di Franklin. Grazie a un campione di alta qualità, i ricercatori sono riusciti a generare un profilo del cromosoma Y e a trovare una corrispondenza con un discendente vivente.
Genealogia della famiglia Gambier
La genealogia della famiglia Gambier, una famiglia benestante di diplomatici e ufficiali navali, ha giocato un ruolo cruciale nell’identificazione di Fitzjames. Il donatore del DNA è un cugino di secondo grado di Fitzjames, cinque volte rimosso, e la loro connessione è stata tracciata attraverso due dei figli di James Gambier. Questo collegamento ha permesso di confermare l’identità di Fitzjames e di aggiungere un nuovo tassello alla storia della spedizione.
Implicazioni della scoperta
Conferma del cannibalismo
Uno degli aspetti più inquietanti della scoperta riguarda le prove di cannibalismo tra i membri dell’equipaggio. Le scansioni tridimensionali della mandibola di Fitzjames hanno rivelato segni di taglio, suggerendo che i suoi resti siano stati macellati e consumati dai suoi compagni disperati. Questo conferma i racconti degli Inuit locali, che avevano riferito di aver trovato prove di cannibalismo tra i sopravvissuti della spedizione.
Riflessioni sulla disperazione
La scoperta dei segni di cannibalismo mette in luce il livello di disperazione raggiunto dai marinai della spedizione di Franklin. Come ha spiegato il Dr. Robert Park, professore di antropologia all’Università di Waterloo, “dimostra il livello di disperazione che i marinai di Franklin devono aver provato per fare qualcosa che avrebbero considerato abominevole”. Il Dr. Douglas Stenton, professore aggiunto di antropologia presso la stessa università, ha aggiunto che “questo mostra che Fitzjames è morto prima di almeno alcuni degli altri marinai, e che né il rango né lo status erano i principi governanti nei giorni finali della spedizione mentre cercavano di salvarsi”.
La scoperta dei resti di James Fitzjames e le analisi successive hanno fornito nuove informazioni sulla tragica fine della Spedizione Perduta di Franklin. Questi ritrovamenti non solo confermano i racconti degli Inuit locali, ma offrono anche una visione più dettagliata delle difficoltà e delle sofferenze affrontate dai membri dell’equipaggio. La storia della spedizione continua a essere oggetto di studio e interesse, e ogni nuova scoperta contribuisce a completare il quadro di uno degli episodi più tragici e misteriosi della storia dell’esplorazione artica.