La scienza medica ha compiuto un passo avanti significativo con la creazione di organoidi, piccole strutture tridimensionali che imitano la complessità biologica degli organi umani, a partire dalle cellule fetali presenti nel liquido amniotico. Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade per la diagnosi e il trattamento di condizioni congenite rare.
La nascita degli organoidi
Gli organoidi sono aggregati cellulari tridimensionali che riproducono la struttura e la funzione degli organi, seppur in scala ridotta e semplificata. Fino ad ora, erano stati creati a partire da cellule prelevate tramite biopsie e riprogrammate in cellule staminali. Questi modelli di tessuto sono stati utilizzati per studiare malattie e testare farmaci, e includono organoidi di cervello, cuore e persino testicoli.
Una svolta nella ricerca
Per la prima volta, un gruppo di scienziati è riuscito a coltivare organoidi direttamente dalle cellule fetali presenti nel liquido amniotico, senza dover ricorrere a campioni ottenuti dalla terminazione delle gravidanze. Questo metodo ha permesso di studiare il tessuto fetale in stadi più avanzati dello sviluppo.
La tecnica utilizzata ha coinvolto cellule polmonari, renali e intestinali raccolte dal liquido amniotico di 12 gravidanze, tra la 16ª e la 34ª settimana di gestazione. Queste cellule sono state coltivate in laboratorio e indotte a formare aggregati di tessuto che esprimevano i geni e le proteine dell’organo di origine.
Studio e trattamento dei difetti congeniti
Sebbene non sia ancora stato tentato di trattare bambini con questa tecnica, i ricercatori ritengono che i loro risultati potrebbero un giorno aiutare a studiare e curare gravi difetti alla nascita, che colpiscono tra il 3 e il 6 percento dei neonati in tutto il mondo.
Medicina personalizzata
Gli organoidi, creati mesi prima della nascita del bambino, potrebbero essere utilizzati in interventi di medicina personalizzata per diagnosticare e trattare condizioni congenite prima della nascita. Per esplorare queste potenziali applicazioni, il team ha creato organoidi polmonari da feti affetti da ernia diaframmatica congenita (CDH), una patologia in cui il diaframma non si chiude correttamente.
I ricercatori hanno scoperto che gli organoidi dei bambini con CDH prima e dopo il trattamento si sviluppavano in modo molto diverso, suggerendo un trattamento riuscito. “Questa è la prima volta che siamo stati in grado di fare una valutazione funzionale della condizione congenita di un bambino prima della nascita”, ha dichiarato Paolo De Coppi, uno degli autori dello studio.
Monitoraggio dell’efficacia dei trattamenti
L’approccio potrebbe quindi essere utilizzato per monitorare l’efficacia di tali trattamenti. Sebbene queste e altre possibili applicazioni siano probabilmente ancora lontane, il team spera che con ulteriori ricerche questi innovativi organoidi possano realizzare il loro potenziale nella medicina rigenerativa e nella modellazione personalizzata delle malattie.