Un gruppo di ricercatori provenienti da istituzioni prestigiose come l’Imperial College London e l’Università di Harvard ha scoperto che le velocità massime di corsa negli animali sono più elevate nelle specie di dimensioni medie a causa dei limiti sulla velocità e sull’estensione della contrazione muscolare. Questo dato sfida le precedenti teorie che ipotizzavano l’esistenza di un unico limite di velocità. Lo studio rivela un sistema di doppio vincolo che coinvolge la capacità di energia cinetica e i limiti della capacità di lavoro, suggerendo che gli animali intorno ai 50kg, come i ghepardi, raggiungono le velocità più elevate grazie al loro “punto dolce” fisico.
Esiste un’anomalia tra le caratteristiche fisiche degli animali. Mentre attributi come la potenza muscolare, la lunghezza degli arti, la longevità e la massa cerebrale generalmente aumentano con la dimensione di un organismo, la velocità massima raggiungibile durante la corsa raggiunge il picco con creature di statura moderata.
Per esplorare il motivo, un team internazionale di ricercatori, tra cui l’Imperial, l’Università di Harvard, l’Università del Queensland e l’Università della Sunshine Coast, ha sviluppato un modello fisico di come i muscoli, il motore universale degli animali, pongono limiti alle velocità massime di corsa degli animali terrestri.
Il dottor David Labonte, autore principale dello studio e membro del Dipartimento di Bioingegneria dell’Imperial College London, ha dichiarato: “Gli animali più veloci non sono né gli elefanti di grandi dimensioni né le formiche minuscole, ma quelli di dimensioni intermedie, come i ghepardi. Perché la velocità di corsa si discosta dai modelli regolari che governano la maggior parte degli altri aspetti dell’anatomia e delle prestazioni animali?”
I risultati dello studio suggeriscono che non esiste un unico limite alla velocità massima di corsa, come si pensava in precedenza, ma due: la velocità con cui i muscoli si contraggono rispetto a quanto possono accorciarsi durante una contrazione. La velocità massima che un animale può raggiungere è determinata dal limite che viene raggiunto per primo, e questo limite è dettato dalle dimensioni dell’animale.
Il professor Christofer Clemente, coautore dello studio e membro dell’Università della Sunshine Coast e dell’Università del Queensland, ha affermato: “La chiave del nostro modello è comprendere che la velocità massima di corsa è limitata sia dalla velocità di contrazione dei muscoli, sia da quanto possono accorciarsi durante una contrazione. Gli animali delle dimensioni di un ghepardo esistono in un punto dolce fisico intorno ai 50kg, dove questi due limiti coincidono. Questi animali sono di conseguenza i più veloci, raggiungendo velocità fino a 105 chilometri all’ora.”