I marinai dell’età della pietra avevano a disposizione delle imbarcazioni incredibilmente avanzate e sorprendentemente moderne. Le canoe preistoriche scoperte in un lago vicino a Roma dimostrano che durante il tardo Neolitico furono raggiunti diversi progressi significativi nella navigazione, aprendo la strada alla diffusione delle civiltà più importanti del mondo antico.
Il sito archeologico noto come La Marmotta, ora sommerso sotto 8 metri d’acqua e ulteriori 3 metri di sedimenti, si trova a circa 300 metri dalla riva attuale del Lago di Bracciano, vicino a Roma. Abitato tra il 5700 e il 5150 a.C., questo antico insediamento è descritto dai ricercatori come il più antico villaggio neolitico lacustre del Mediterraneo centrale.
Tra le cinque canoe ritrovate sul sito, la più grande era realizzata da un enorme tronco di quercia e misurava 10,43 metri di lunghezza. I rinforzi trasversali alla base dell’imbarcazione avrebbero aumentato la durata dello scafo e migliorato la sua manovrabilità. Inoltre, sono stati trovati tre oggetti di legno a forma di T sul lato destro dell’imbarcazione, ognuno con più fori, che potrebbero essere stati utilizzati per fissare corde legate a una possibile vela o per unire altri elementi nautici come uno stabilizzatore o addirittura un’altra barca per creare uno scafo doppio sotto forma di catamarano.
La seconda canoa, realizzata da un tronco di ontano scavato, conteneva un pezzo di legno a forma di fungo con un singolo foro, simile ai moderni bitte visti nei nostri porti, che potrebbe essere stato utilizzato per assicurare la canoa quando il livello dell’acqua nel lago saliva. Le altre tre imbarcazioni erano fatte rispettivamente di ontano, pioppo e faggio, indicando che i costruttori preistorici avevano una profonda conoscenza delle diverse proprietà di ciascun materiale.
La datazione diretta delle canoe neolitiche di La Marmotta le rivela come le più antiche del Mediterraneo, offrendo preziose informazioni sulla navigazione neolitica. Questo studio mette in luce la straordinaria sofisticazione tecnologica delle prime comunità agricole e pastorali, evidenziando le loro abilità nella lavorazione del legno e nella costruzione di imbarcazioni complesse.
Data la dimensione delle canoe, i ricercatori sospettano che fossero destinate a essere utilizzate ben oltre il Lago di Bracciano. Speculano quindi che le barche potrebbero essere state navigate lungo il fiume Arrone, che collega il lago al Mar Mediterraneo, prima di continuare il loro viaggio verso terre straniere. Prove di questi viaggi oltremare si trovano nei numerosi manufatti esotici scoperti a La Marmotta, tra cui ceramica greca e baltica e strumenti in ossidiana dalle isole di Lipari e Palmarola. La navigabilità delle imbarcazioni è stata inoltre dimostrata da un gruppo di archeologi sperimentali che nel 1998 hanno costruito una replica di una delle canoe e hanno navigato per oltre 800 chilometri dall’Italia al Portogallo.