La formazione dei pianeti è un processo affascinante e complesso che ha da sempre suscitato l’interesse degli astronomi. Nonostante le conoscenze acquisite fino ad oggi, ci sono ancora molti dettagli da scoprire su come avvenga esattamente questo fenomeno. Recenti osservazioni hanno fornito nuove informazioni inaspettate, grazie al contributo dell’Osservatorio Europeo Australe (ESO) e del suo Very Large Telescope (VLT).
Un’indagine su larga scala
Gli astronomi hanno avuto la possibilità di osservare 86 sistemi in formazione di pianeti in tre diverse regioni di formazione stellare relativamente vicine alla Terra. Queste regioni, Taurus e Chamaeleon I, distano circa 600 anni luce dalla Terra, mentre la terza, Orion, è una nuvola ricca di gas situata a circa 1.600 anni luce di distanza, nota per essere il luogo di nascita di stelle più pesanti del nostro Sole.
Diversità e dettagli sorprendenti
Questo studio, uno dei più ampi mai realizzati sui dischi protoplanetari, ha messo in luce la diversità dei processi di formazione dei pianeti in relazione all’ambiente in cui queste giovani stelle sono nate. In particolare, è emerso che nelle regioni binarie o in gruppi di stelle, come in Orion, i dischi protoplanetari sono più piccoli e in alcuni di essi vi sono evidenze della formazione di pianeti massicci, che portano a un disallineamento del disco.
Strutture complesse e dinamiche
Alcuni dischi protoplanetari mostrano grandi bracci a spirale, probabilmente causati dall’interazione con pianeti in orbita, mentre altri presentano anelli e ampie cavità scavate dai pianeti in formazione. Altri ancora appaiono lisci e quasi inattivi, in contrasto con l’intensa attività che caratterizza questi sistemi.
Una visione olistica
Le capacità del VLT sono state combinate con quelle di altri osservatori, come l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), che permettono di osservare la polvere più fredda. Questo approccio integrato offre una visione più completa dei sistemi, dai dischi frantumati alle spirali disordinate, rivelando la ricchezza e la varietà di questi oggetti.
La bellezza dei processi che segnano l’inizio del viaggio verso la formazione di pianeti e, in ultima analisi, della vita nel nostro Sistema Solare, è stata definita quasi poetica da Per-Gunnar Valegård, studente di dottorato all’Università di Amsterdam, che ha guidato lo studio su Orion.