Il riscaldamento delle acque oceaniche sta portando i pesci a modificare le loro abitudini alimentari, prediligendo prede più piccole e abbondanti. Questo comportamento potrebbe aumentare il rischio di estinzione per alcune specie, a causa di un fabbisogno energetico non soddisfatto. Uno studio recente pubblicato su Nature Climate Change evidenzia la vulnerabilità degli ecosistemi marini ai cambiamenti climatici.
La risposta dei pesci all’aumento delle temperature
I ricercatori del German Centre for Integrative Biodiversity Research (iDiv) e dell’Università Friedrich Schiller di Jena hanno scoperto che i pesci del Mar Baltico reagiscono all’aumento delle temperature consumando la prima preda che incontrano. Questo cambiamento nel comportamento di foraggiamento ha portato i pesci a selezionare prede che tendono ad essere più abbondanti e più piccole, come stelle marine fragili, piccoli crostacei, vermi e molluschi, presenti nel loro ambiente a tutte le temperature.
Le esigenze metaboliche dei pesci e la selezione delle prede
I pesci, come molte altre specie consumatrici, necessitano di più cibo quando le temperature aumentano perché anche il loro metabolismo si intensifica. Sebbene le prede più abbondanti forniscono una fonte di energia immediata, questo comportamento di foraggiamento flessibile significa che i pesci perdono l’opportunità di soddisfare le loro esigenze energetiche a lungo termine consumando prede più grandi che forniscono più calorie.
Le implicazioni per la biodiversità e gli ecosistemi marini
I calcoli dei modelli di reti alimentari indicano che questo divario tra le esigenze energetiche dei pesci e il loro effettivo apporto alimentare potrebbe portare a un maggior numero di estinzioni in condizioni più calde, con i pesci che alla fine muoiono di fame perché non mangiano abbastanza per soddisfare le loro esigenze energetiche. Il modello, applicabile anche ad altre specie consumatrici, suggerisce che ciò è particolarmente vero per le specie situate più in alto nelle catene alimentari. Gli autori suggeriscono che, nel complesso, questo comportamento di foraggiamento flessibile potrebbe rendere le comunità più vulnerabili ai cambiamenti climatici.
La ricerca sui contenuti stomacali dei pesci
I ricercatori hanno analizzato dieci anni di dati sui contenuti stomacali di sei specie di pesci commercialmente importanti con diverse strategie alimentari nella Baia di Kiel. Ad esempio, i pesci piatti come il Passera europea (Platichthys flesus) tendono ad essere predatori “siedi e aspetta”, mentre il Merluzzo atlantico (Gadus morhua) è un predatore che cerca attivamente il cibo.
Le pressioni antropiche sui pesci e l’inefficienza nella ricerca delle prede
“Le specie di pesci nel Mar Baltico e altrove stanno affrontando una moltitudine di pressioni antropiche, come la sovrapesca o l’inquinamento”, aggiunge il co-autore Gregor Kalinkat dell’Istituto Leibniz di Ecologia delle Acque Dolci e Pesca Interna (IGB). “L’effetto di un comportamento di ricerca delle prede più inefficiente sotto l’aumento delle temperature potrebbe essere un altro fattore finora trascurato che porta a stock di pesci che non riescono a riprendersi anche quando la pressione della pesca è significativamente ridotta.”
Utilizzando queste intuizioni, i ricercatori hanno poi calcolato come questo cambiamento nel comportamento di foraggiamento a diverse temperature influisce su altre specie e sull’ecosistema nel suo complesso utilizzando modelli matematici di reti alimentari basati su comunità teoriche. I risultati suggeriscono che questo cambiamento nel comportamento di foraggiamento con l’aumento della temperatura porta a più estinzioni per le specie consumatrici, come i pesci. Queste estinzioni, a loro volta, hanno effetti a catena su altre specie nella comunità.
Sebbene le implicazioni dei risultati siano sorprendenti, sono attualmente stimate in quanto basate su modelli teorici. In futuro, i ricercatori sperano di testare il meccanismo in un ambiente naturale e studiare organismi diversi per vedere se mostrano cambiamenti simili o diversi nel loro comportamento di foraggiamento.