Negli ultimi anni, l’Artico e l’Oceano Atlantico settentrionale hanno registrato un crescente numero di giorni in cui le precipitazioni cadono sotto forma di pioggia anziché neve. Questo fenomeno è dovuto all’aumento delle temperature, che stanno trasformando la neve in pioggia. Questi cambiamenti possono influenzare il ghiaccio marino nell’Artico e i modelli meteorologici in tutto l’emisfero settentrionale.
Gli scienziati della NASA hanno esaminato le tendenze delle precipitazioni piovose sull’Artico e sull’Oceano Atlantico settentrionale dal 1980 al 2016, riscontrando un aumento nella frequenza dei giorni di pioggia. Hanno inoltre scoperto che la durata della stagione delle piogge si è allungata. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Climate.
Il riscaldamento più drammatico si è verificato nell’Atlantico settentrionale, dove si è registrato in media un incremento di cinque giorni di pioggia per decennio alla fine del periodo di studio di 36 anni rispetto all’inizio. Il resto della regione di studio, l’Oceano Artico centrale e i suoi mari periferici, ha visto un aumento medio di due giorni di pioggia per decennio. Questo avviene mentre le temperature nell’Artico stanno aumentando quattro volte più velocemente rispetto al resto del pianeta.
Quando la pioggia colpisce il ghiaccio marino coperto di neve, ne scurisce la superficie e può amplificare lo scioglimento che a sua volta porta a un ulteriore riscaldamento, un processo noto come ciclo di feedback dell’albedo del ghiaccio. La neve sopra il ghiaccio marino funge da isolante, riflettendo la radiazione solare nello spazio e mantenendo fresca la superficie. La pioggia erode questo cuscinetto nevoso.
Se piove durante i mesi illuminati dal sole, la superficie sarà molto più scura perché la neve è bagnata rispetto a un manto nevoso fresco, asciutto e spesso. Questa superficie di neve bagnata inizierà ad assorbire più radiazione solare in arrivo. Quando la neve si scioglie, forma pozze sul ghiaccio, creando una superficie più scura e assorbendo più radiazione solare. Questo dà il via a un ciclo di riscaldamento e scioglimento continuo.
Nel frattempo, il vapore acqueo guida il proprio ciclo di feedback. L’atmosfera può trattenere più vapore acqueo man mano che le temperature aumentano. Come gas serra che trattiene il calore, questo vapore acqueo riscalda la superficie terrestre e contribuisce allo scioglimento della neve e del ghiaccio. Questo scioglimento espone l’oceano aperto, consentendo l’evaporazione, che rilascia più vapore acqueo nell’atmosfera.
I cicli di feedback nell’Artico influenzano anche altre parti del mondo. I cambiamenti nella quantità di calore nell’Artico possono influenzare i modelli meteorologici più a sud. Ad esempio, si possono verificare oscillazioni estreme della temperatura negli Stati Uniti e masse d’aria polare che si formano sopra il Polo Nord e si spostano verso sud sull’America del Nord.