L’Antartide, il continente più remoto e inospitale del pianeta, è da sempre stato un luogo di sfide e scoperte per gli scienziati. Tuttavia, le condizioni estreme e il terreno impervio rendono difficile la raccolta di dati scientifici. Ma una nuova frontiera si sta aprendo grazie all’impiego di droni autonomi, capaci di volare senza pilota e raccogliere informazioni preziose in modo sicuro ed efficiente.
Il drone Windracers ULTRA
Il Windracers ULTRA è un veicolo aereo autonomo sviluppato dalla società Windracers in collaborazione con il British Antarctic Survey (BAS). Dotato di un’apertura alare di 10 metri e in grado di trasportare fino a 100 chilogrammi di carico, questo drone ha recentemente completato i suoi voli di prova sopra l’Antartide. Grazie al suo avanzato sistema di autopilota, può decollare, volare e atterrare con minimo intervento umano, anche in caso di guasti a uno dei suoi due motori o ad altri componenti.
Le potenzialità del volo autonomo
Durante i test, il Windracers ULTRA ha percorso circa 720 chilometri, dimostrando di poter raccogliere dati scientifici di alta qualità. Le missioni, che hanno raggiunto la durata di 1,5 ore, prevedono di estendersi nelle prossime settimane. Questo drone è in grado di svolgere una serie di compiti, come la valutazione delle strutture dei ghiacciai tramite radar aerei e l’indagine delle strutture tettoniche sotto il ghiaccio antartico utilizzando sensori magnetici e gravitazionali.
La rivoluzione dei droni nell’ambito della ricerca ambientale
L’uso di droni autonomi nell’ambito della ricerca ambientale rappresenta una vera e propria rivoluzione. Questi dispositivi possono accedere a zone altrimenti inaccessibili e raccogliere dati in modo più rapido e meno costoso rispetto ai metodi tradizionali.
Il Windracers ULTRA utilizzerà le sue telecamere per documentare il krill, fondamentale per la catena alimentare marina, in aree ambientalmente sensibili. Inoltre, la sua sonda per la turbolenza atmosferica studierà i complessi processi che coinvolgono gli oceani e l’atmosfera del continente.
Gli scienziati e gli ingegneri sul campo hanno espresso feedback positivi riguardo le prestazioni del drone. Stephen Wright, fondatore e presidente di Windracers, ha dichiarato che i droni autonomi con alta resistenza e capacità di carico hanno un ruolo prezioso nel futuro della ricerca ambientale. I risultati incoraggianti dei test in Antartide confermano questa visione.
Oltre all’Antartide, i droni autonomi stanno raggiungendo traguardi sorprendenti in tutto il mondo. Ad esempio, l’Airbus Zephyr S, alimentato ad energia solare, è rimasto in volo per 64 giorni, stabilendo il record per il volo più lungo senza pilota. Sebbene non abbia superato il record umano del 1958, è un chiaro segnale che i droni stanno rapidamente avanzando e potrebbero presto superare anche questo primato.
In conclusione, l’impiego di droni autonomi in Antartide e in altri ambienti estremi apre nuove possibilità per la ricerca scientifica. La capacità di raccogliere dati in modo sicuro, efficiente e a basso costo potrebbe rivoluzionare il modo in cui comprendiamo e proteggiamo il nostro pianeta.