Un team di astronomi ha fatto una scoperta straordinaria grazie all’utilizzo del Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Australe (Eso) situato in Cile. Hanno individuato un quasar, il nucleo luminoso di una galassia lontana, che si è rivelato essere l’oggetto più luminoso mai osservato nell’Universo. Questo quasar, denominato J059-4351, è alimentato da un buco nero supermassiccio con una massa pari a 17 miliardi di volte quella del Sole e sta crescendo a un ritmo senza precedenti, l’equivalente di un Sole al giorno.
La luminosità del quasar
I quasar sono tra gli oggetti più brillanti nel cielo notturno, grazie al processo energetico che avviene quando i buchi neri supermassicci che li alimentano raccolgono materia dall’ambiente circostante. La quantità di luce emessa da questi fenomeni è talmente grande che rende i quasar visibili anche a distanze enormi dalla Terra. In particolare, il quasar J059-4351 emette un’energia oltre 500mila miliardi di volte superiore a quella del Sole, rendendolo un oggetto di grande interesse per la comunità scientifica.
La crescita del buco nero
Il buco nero al centro del quasar J059-4351 è in fase di rapida crescita, accumulando massa all’incredibile velocità di un Sole al giorno. Questo lo rende il buco nero con la crescita più rapida mai osservato. La sua massa attuale è stimata in 17 miliardi di volte quella del Sole, e il disco di accrescimento che lo circonda, responsabile della sua luminosità, ha un diametro di sette anni luce, il che lo rende probabilmente il più grande dell’Universo.
La scoperta “nascosta”
Nonostante la sua eccezionale luminosità, il quasar J059-4351 era rimasto nascosto agli occhi degli astronomi fino a oggi. Questo oggetto era già presente nelle immagini della Schmidt Southern Sky Survey dell’Eso risalenti al 1980, ma solo recentemente è stato identificato come quasar. La sua scoperta è stata possibile grazie all’analisi dei dati del satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea e alle osservazioni del telescopio Anu da 2,3 metri di diametro, presso l’Osservatorio di Siding Spring in Australia.
Le prospettive future
Il buco nero con la crescita più rapida mai osservato sarà un obiettivo ideale per le future osservazioni con l’aggiornamento di Gravity+ installato sul VltI dell’Eso, che permetterà di misurare con maggiore precisione la massa dei buchi neri. Inoltre, l’Extremely Large Telescope (Elt) dell’Eso, attualmente in costruzione, potrà fornire ulteriori dati per l’identificazione e la caratterizzazione di questi oggetti sfuggenti.
Lo studio dei buchi neri supermassicci distanti è fondamentale per comprendere alcuni dei misteri dell’universo primordiale, come la formazione e l’evoluzione delle galassie che li ospitano. La ricerca di questi oggetti è una vera e propria “caccia al tesoro” che appassiona gli astronomi e che potrebbe portare a scoperte rivoluzionarie sulla natura dell’Universo.