La ricerca scientifica ha da sempre cercato di comprendere come si sia evoluto il bipedismo umano, ovvero la capacità di camminare su due gambe, a partire da un antenato quadrupede. Fino ad oggi, studi precedenti e reperti fossili non hanno permesso di ricostruire una storia chiara e definitiva delle prime fasi evolutive che hanno portato al bipedismo umano. Tuttavia, un nuovo studio basato su reperti fossili di un antico scimpanzé, il Lufengpithecus, vecchio di 6 milioni di anni, offre importanti indizi sull’origine del bipedismo grazie all’analisi tridimensionale della regione dell’orecchio interno.
Il ruolo dell’orecchio interno
I canali semicircolari, situati nel cranio tra il cervello e l’orecchio esterno, sono fondamentali per fornire il nostro senso di equilibrio e posizione quando ci muoviamo. La loro dimensione e forma sono correlate al modo in cui i mammiferi, compresi scimpanzé e umani, si muovono nell’ambiente. Utilizzando tecnologie di imaging moderne, i ricercatori sono stati in grado di visualizzare la struttura interna dei crani fossili e studiare i dettagli anatomici dei canali semicircolari per rivelare come si muovevano i mammiferi estinti.
La diversità dei comportamenti locomotori
La maggior parte degli studi sull’evoluzione della locomozione degli scimpanzé si è concentrata sul confronto delle ossa degli arti, delle spalle, del bacino e della colonna vertebrale e sul modo in cui sono associati ai diversi tipi di comportamenti locomotori osservati negli scimpanzé e negli umani viventi. Tuttavia, la diversità dei comportamenti locomotori negli scimpanzé viventi e l’incompletezza del record fossile hanno ostacolato lo sviluppo di un quadro chiaro delle origini del bipedismo umano.
Avanzamenti tecnologici nell’esame dei fossili
I crani di Lufengpithecus, originariamente scoperti nella provincia cinese dello Yunnan nei primi anni ’80, hanno dato agli scienziati l’opportunità di affrontare in modi nuovi domande irrisolte sull’evoluzione della locomozione. Tuttavia, la forte compressione e distorsione dei crani aveva fatto credere ai ricercatori precedenti che i delicati canali semicircolari non fossero conservati.
La ricostruzione virtuale dell’orecchio interno
Per esplorare meglio questa regione, i ricercatori hanno utilizzato tecnologie di scansione tridimensionale per illuminare queste parti dei crani e creare una ricostruzione virtuale dei canali ossei dell’orecchio interno. Hanno poi confrontato queste scansioni con quelle raccolte da altri scimpanzé e umani viventi e fossili provenienti da Asia, Europa e Africa.
Il cambiamento climatico come catalizzatore
Studiando il tasso di cambiamento evolutivo nel labirinto osseo, il team internazionale ha proposto che il cambiamento climatico potrebbe essere stato un importante catalizzatore ambientale nel promuovere la diversificazione locomotoria degli scimpanzé e degli umani. Temperature globali più fredde, associate all’accumulo di ghiacciai nell’emisfero settentrionale circa 3,2 milioni di anni fa, corrispondono a un aumento del tasso di cambiamento del labirinto osseo e ciò potrebbe segnalare un rapido aumento del ritmo dell’evoluzione locomotoria di scimpanzé e umani.