L’orso bruno è uno dei più grandi carnivori terrestri viventi, con una vasta distribuzione nell’emisfero settentrionale. A differenza di molti altri grandi carnivori che si sono estinti alla fine dell’ultima era glaciale, come l’orso delle caverne, i gatti dai denti a sciabola e la iena delle caverne, l’orso bruno è uno dei fortunati sopravvissuti che è riuscito a persistere fino ai giorni nostri. Questo fatto ha lasciato perplessi i biologi per quasi un secolo: come è stato possibile?
Gli orsi bruni sono ecologicamente flessibili e hanno un’ampia gamma alimentare. Sebbene siano carnivori, la loro dieta può consistere principalmente di materia vegetale, rendendoli adattabili ai cambiamenti ambientali. Tuttavia, gli orsi bruni hanno anche subito notevoli riduzioni del loro areale e estinzioni regionali durante l’ultima era glaciale. Un tempo, gli orsi bruni occupavano un areale molto più ampio, che includeva l’Irlanda, Honshu, la più grande isola del Giappone, e il Quebec (Canada).
Il declino delle popolazioni di orsi
Il declino o la scomparsa delle popolazioni di orsi in determinate aree è avvenuto perché gli orsi hanno abbandonato quei luoghi per trasferirsi in posti migliori dove attualmente vivono, oppure gruppi unici di orsi con geni distinti abitavano quelle aree e si sono estinti, portando a una perdita nella diversità complessiva della specie?
Studi genetici e intuizioni
Studiando i genomi di antichi orsi bruni datati tra 3.800 e 60.000 anni fa, inclusi diversi individui al di fuori del loro attuale areale, i ricercatori dell’Università di Copenhagen, in Danimarca, e dell’Università di Yamanashi, in Giappone, hanno cercato di affrontare questa domanda indagando le relazioni evolutive tra gli orsi bruni attraverso spazio e tempo.
Il loro studio ha dimostrato che gli orsi bruni non si sono semplicemente spostati con l’ambiente in mutamento, ma le popolazioni si sono estinte. “Le nostre analisi hanno mostrato che gli antichi orsi bruni rappresentano una diversità genetica assente nelle popolazioni odierne”, afferma Takahiro Segawa, autore principale dello studio. “Sebbene gli orsi bruni siano sopravvissuti all’estinzione globale, hanno subito notevoli perdite del loro areale storico e della loro diversità genetica”. Questa nuova prospettiva evidenzia un periodo cruciale nella storia dell’orso bruno e che anche loro hanno affrontato sfide durante e dopo l’ultima era glaciale.
Implicazioni per la conservazione e la gestione della fauna selvatica
“Mentre continuiamo a confrontarci con le sfide della coesistenza tra esseri umani e fauna selvatica, le intuizioni del passato remoto sono inestimabili nel plasmare un futuro sostenibile”, aggiunge Michael Westbury, autore senior dello studio. “Sebbene lo studio di esemplari recenti possa fornire alcune intuizioni, includendo campioni del passato e da aree in cui una specie non esiste più, possiamo meglio quantificare come sono sorti i modelli di diversità attuali e informare le previsioni su come potrebbero rispondere ai futuri cambiamenti ambientali”.
La perdita di diversità genetica
La perdita di diversità genetica è un fattore critico per la sopravvivenza a lungo termine di una specie. La diversità genetica fornisce la capacità di adattarsi a nuovi ambienti e sfide, come i cambiamenti climatici e le malattie emergenti. La riduzione della diversità genetica può rendere le popolazioni più vulnerabili e meno resilienti.
La gestione della fauna selvatica
Le informazioni genetiche storiche sono fondamentali per la conservazione e la gestione della fauna selvatica. Comprendere come le specie hanno risposto ai cambiamenti ambientali passati può aiutare a prevedere e mitigare gli impatti dei cambiamenti futuri. Inoltre, può guidare gli sforzi di conservazione per mantenere o ripristinare la diversità genetica all’interno delle popolazioni attuali.
In conclusione, lo studio degli antichi genomi degli orsi bruni rivela che la loro sopravvivenza attraverso l’ultima era glaciale ha comportato significative perdite di areale e diversità genetica, sottolineando l’importanza degli studi genetici storici negli sforzi di conservazione e nella futura gestione della fauna selvatica.